Bruxelles – La porta del commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici “resta aperta” all’Italia, nonostante la richiesta di procedura per debito eccessivo. Ma per attraversarla in maniera credibile da Roma bisognerà portare impegni pesanti.
Per l’Italia, ha detto oggi Moscovici in conferenza stampa a Bruxelles, “le cifre per il 2018 sono problematiche su due fronti: invece di ridursi, il debito pubblico italiano, che rappresenta un onere maggiore per l’economia, è aumentato ulteriormente dal 131% al 132% del PIL.
E il deficit strutturale, che dovrebbe essere diminuito dello 0,3% secondo la raccomandazione del Consiglio, si è invece ampliato dello 0,1%, il che significa che c’è stata una differenza di 0,4 punti percentuali rispetto alla conformità”.
E le cose non sembrano migliorare. “Sfortunatamente, anche per il 2019 prevediamo un leggero peggioramento del deficit strutturale – ha spiegato il commissario -, mentre il Consiglio aveva raccomandato una riduzione dello 0,6% e le autorità italiane avevano assunto un impegno lo scorso dicembre per evitare qualsiasi deterioramento”.
E il futuro è simile: “Per il 2020, prevediamo un forte aumento del disavanzo sia in termini strutturali che nominali, al 3,5% del PIL, ben al di sopra della soglia prevista dal trattato”, ha detto ancora Moscovici.
Su questa base, “dopo aver esaminato tutti i fattori rilevanti, abbiamo concluso che il criterio del debito non è attualmente rispettato e che una procedura per il disavanzo eccessivo basato sul debito è giustificata per l’Italia”, ha annunciato Moscovici, ricordando che spetta ora al Consiglio esprimere le proprie opinioni. “In attesa di questa opinione – ha però ammonito il commissario francese -, non vedo alcuna necessità di speculare ulteriormente in questa fase. Ovviamente, come sempre con tutti gli Stati membri, siamo pronti a esaminare i nuovi dati che potrebbero modificare questa analisi. La mia porta – ha concluso in italiano forse per essere più invitante – è aperta”.