Bruxelles – “No. Il gruppo Europa delle libertà e delle nazioni (ENL) e Matteo Salvini non è un’opzione”. Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente uscente del Parlamento europeo e figura di spicco del Movimento 5 Stelle in Europa, ribadisce una volta di più che l’alleanza con la Lega non è replicabile a Bruxelles, e che i partiti sovranisti non sono nel DNA dei pentastellati.
“In Italia abbiamo sottoscritto un patto di governo da cui derivano degli obblighi con il popolo italiano”, mette in chiaro. “Qui in Parlamento europeo la realtà è diversa”. Il Movimento di Luigi Di Maio e il partito di Matteo Salvini restano dunque distinti e distanti, nonostante la coabitazione di governo.
“Siamo ontologicamente diversi” dalla Lega e dal suo leader, dice Castaldo. in occasione dell’arrivo a Bruxelles della nuova delegazione del Movimento 5 Stelle. I 14 eletti alle elezioni dello scorso 26 maggio hanno fatto il loro ingresso tutti insieme, perché “agiamo come una squadra”, evidenzia Castaldo. Che sulla futura collocazione della prossima truppa a 5 Stelle non si sbilancia.
“Siamo al lavoro. Ci sono molteplici opzioni sul tavolo, e sceglieremo quella migliore”. Nessuna via è preclusa. Entrare in gruppo già esistente o rilanciare l’EFDD sono “entrambe la vaglio” del Movimento. Rilanciare l’attuale gruppo non appare semplice. Numeri alla mano, oltre ai pentastellati, ci sono i britannici del partito della Brexit e l’unico croato eletto nella fila di Scudo Umano (Zivi Zid). Mancano i rappresentanti di altre quattro nazioni (per creare un gruppo in Parlamento servono almeno 25 europarlamentari rappresentativi di almeno sette Stati membri).
Eventuali alleati possono essere ricercati tra i lituani del comitato Aušra Maldeikienė’s Train (2 seggi, tra i non iscritti), gli olandesi del 50 plus (1 seggio). In questo momento la soglia si ferma a cinque nazionalità. Non basterebbe. Altri non iscritti gli esponenti dell’ultra-destra ungherese (Jobbik) e greca (Alba dorata). Il compito è arduo.
Non sembra meno agevole l’ipotesi di adesione ad altri gruppi. Scartando il gruppo dei sovranisti, e i gruppi dei popolari (PPE) e socialdemocratici (S&D), non restano molto sul tavolo. I liberali (ALDE) non ne vogliono più sapere dei 5 Stelle adesso che c’è il partito del presidente francese Emmanuel Macron all’interno del gruppo. I Verdi hanno chiuso le porte in faccia ai pentastellati perché “non hanno dimostrato finora questo grande impegno europeo”, ammette Bas Eickhout, co-candidato alla guida della Commissione europea.
Per il Movimento 5 Stelle restano dunque le strade dei conservatori (ECR, dove siede Fratelli d’Italia) o il gruppo della Sinistra unitaria (GUE). “Non siamo mai stati di destra”, dice Castaldo. “Abbiamo sempre rifiutato le etichette”. E poi, ricorda, “abbiamo un ruolo critico, ma costruttivo”. Sulla scia di questo si lavorerà in queste settimane al gruppo.