Roma – Pronto ad andare dal Presidente Mattarella e rimettere il mandato. Senza chiarezza e la disponibilità a proseguire delle due forze politiche, l’ultimatum del premier Giuseppe Conte a Salvini e Di Maio è diretto e senza troppi giri di parole. Minaccia che potrebbe cadere nel vuoto, con il capo della Lega che non ha intenzione di cedere e ribadisce le sue priorità, flat tax, TAV e autonomie regionali, ovvero si continua ma alle mie condizioni.
A Palazzo Chigi la sala dei galeoni è piena come nelle grandi occasioni, una conferenza stampa molto attesa, preparata all’indomani del pasticcio combinato con la lettera alla Commissione europea: veline e veleni incrociati in una polemica infinita tra le due anime governative stressate dalle elezioni europee
La tensione degli ultimi giorni aveva convinto Conte che era necessario usare la parola ‘basta con le provocazioni’ anche pubblicamente. Non è servito evocare il contratto e neppure insinuare che “i due mandano segnali ambigui sui giornali” invece che “dire con chiarezza se intendono proseguire o se preferiscono riconsiderare la collaborazione arrivando a una nuova prova elettorale”. Il premier da “solo” non intende proseguire, dice di non “voler galleggiare o vivacchiare” senza “un’assunzione di responsabilità precisa e comportamenti conseguenti da parte delle due forze politiche”.
Serve “visione, coraggio e tempo”, andare avanti significa per il premier significa far partire la fase due del governo e il tema dei conti pubblici non è secondario. “L’interlocuzione con la Commissione è in corso” dice, una trattativa complessa come quella portata a termine lo scorso anno con la legge di bilancio.
“Sarà dura ma vogliamo evitare la procedura (per eccesso di debito ndr) che ci farebbe molto male, anche per questo è necessaria la chiarezza e la coesione e leale collaborazione nella squadra di governo”. Cosa che non sarebbe avvenuta proprio nelle ore in cui con il ministro dell’Economia si stava replicando ai chiarimenti chiesti dalla Commissione. Un passaggio sul quale Conte ha ricordato che “l’equilibrio dei conti non ci viene imposto solo dalle regole dell’UE” ma anche dal fatto che “siamo costretti a finanziare il nostro debito sul mercato degli investitori”.