Bruxelles – Politiche per la famiglia, l’Italia si sa, fa poco. Il Paese è agli ultimi posti in Europa per contributi statali al reddito. In termini di ripartizione della spesa pubblica, il 5,97% del Prodotto interno lordo (PIL) tricolore è destinato al finanziamento delle misure, contro una media comunitaria del 9%. Tra gli Stati membri, in termini percentuali, l’Italia risulta 23esima su 28 per impegno a sostegno dei nuclei familiari.
Le prestazioni familiari sono l’insieme delle misure a favore dei nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori e pensionati, solitamente quelli in maggiore difficoltà. In Italia ci sono diversi contributi, come l’assegno per congedo matrimoniale, la carta acquisti ordinaria (per cittadini che si trovano in condizioni di disagio economico), l’assegno al nucleo familiare dei comuni (per coppie con redditi limitati e tre figli minori a carico), l’assegno di solidarietà (contributo concesso ai familiari superstiti e in stato di bisogno di chi è deceduto in servizio), o il REI, il reddito di inclusione, misura di contrasto alla povertà.
Se in termini percentuali l’Italia rispetto agli altri Paesi Stati membri si trova in basso alla classifica, la graduatoria cambia se si analizza la spesa in termini assoluti. Nel 2016, secondo i dati Eurostat, l’Italia ha speso 29,7 miliardi di euro a sostegno delle famiglie. E’ la quarta spesa europea dopo quelle di Germania (101,6 miliardi), Regno Unito (62 miliardi) e Francia (54,5 miliardi).
Un dato, quest’ultimo, che induce a far riflettere. L’Italia ha ancora oggi il maggior numero di persone a fare fatica ad arrivare a fine mese, e la situazione non è cambiata negli ultimi due anni. Ci sono dieci milioni di persone alle prese con ristrettezze economiche, come nessun altro in Europa. Eppure lo Stivale spende due terzi in meno di quello che spende la Germania, la metà di quanto spende il Regno Unito, e quasi la metà di quanto mette la Francia. Salta agli occhi anche il dato tedesco: Berlino destina un decimo del Pil federale (10,9%) al sostegno alla famiglie. Segno che ce n’è bisogno, nonostante la Germania sia la prima economia dell’Eurozona e la prima economia dell’UE.
Le diverse politiche di spesa si traducono anche in diversi assegni. Mentre la Germania, in media, concede assegni pari a 1.233 euro a persona, l’Italia concede aiuti medi pro-capite di 431 euro. Anche in questo caso, un esborso di due terzi inferiore a quello tedesco, nonché un contributo inferiore alla metà di quello britannico (946 euro) e quasi pari a quello francese (817 euro).