Bruxelles – In seguito all’entrata in vigore del regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali (FFD) il 28 maggio, la Commissione ha pubblicato dei nuovi orientamenti sull’interazione di queste regole con le norme dell’UE sulla protezione dei dati (GDPR).
Il regolamento parte delle norme intese a regolare il mercato unico digitale e mira a rimuovere gli ostacoli nella circolazione dei dati non personali negli Stati membri, dove per dati non personali si intendono tutte quelle informazioni che non riguardavano originariamente una persona fisica identificata o identificabile (Es: dati meteorologici o i numeri di iscrizione al registro delle imprese di una società), oppure che sono stati resi anonimi.
Tramite queste nuove regole si va a garantire la libera circolazione dei dati non personali attraverso i confini dell’Unione europea, rendendoli allo stesso tempo disponibili, oltreché alle aziende, anche ai controlli da parte delle autorità pubbliche, che potranno accedervi pure quando questi si trovano in un altro Stato membro o quando sono archiviati/elaborati nel cloud. Il tutto in armonia con le nuove norme europee sulla cybersecurity, per cui le varie aziende che approfitteranno di questa libera circolazione di dati dovranno continuare ad impiegare gli stessi schemi e strumenti di sicurezza anche per i dati provenienti da altri paesi dell’UE.
Viene in automatico che a beneficiare di più dal FFD saranno quindi le imprese europee, specialmente quelle di piccola e medie dimensioni (PMI), le organizzazioni e tutti quegli enti che trattano dati durante lo svolgimento delle loro attività professionali, che possono approfittare della grande mole di informazioni condivise tra i confini dell’Unione per studiare, migliorare e provare in maniera più accurata i loro prodotti o servizi. A spiegare l’importanza di queste norme è stato il Vicepresidente e Commissario responsabile per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip, che ha sottolineato come “Da qui al 2025 l’economia dei dati contribuirà probabilmente per il 5,4 % del PIL dell’UE a 27, pari a 544 miliardi di euro”, e continua, “se i dati non potranno circolare liberamente, questo potenziale enorme sarà limitato”. Di fatto, “La nostra economia ha sempre più bisogno di dati” come dice Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali.
Ecco dunque che la Commissione, viste le opportunità che possono scaturire da una buona regolamentazione riguardo i dati esposti nel FFD, oltre che per obbligo previsto dal regolamento stesso, ha deciso di pubblicare i suoi orientamenti con il fine di evitare incongruenze tra questo ed il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Lo scopo è di dare maggiore chiarezza soprattutto per quanto riguarda gli insiemi di dati composti da dati personali e da dati non personali (cosiddetti dati misti). Questi orientamenti non impongono l’obbligo di trattare dati personali e dati non personali separatamente nel caso di dati misti, ma di applicare in automatico il regolamento FFD nell’insieme costituito da dati non personali ed il GDPR nell’insieme di dati personali, dove però nel caso le due diverse tipologie di dato siano indissolubilmente legate sarà il GDPR a prevalere sull’intero inseme.