Bruxelles – L’ex sovrano del Belgio, Alberto II, ha accetta di sottoporsi, questa mattina, al test del Dna per stabilire la sua eventuale paternità di Delphine Boël. E? la prima volta che in Belgio accade un fatto del genere. La Corte d’appello di Bruxelles si è espressa a favore della richiesta della donna, che sostiene di essere figlia illegittima dell’ex re belga, nata dalla relazione con l’aristocratica Sybille de Selys Longchamps nel 1968, durante il matrimonio di Alberto con Paola Ruffo, l’italiana regina dei belgi che gli aveva già dato tre figli. Alberto ha fatto ricorso in Cassazione, ma per non esacerbare la situazione ha accettato di eseguire l’esame a patto che l’esito resti riservato fini alla sentenza definitiva.
Alberto II, che nel 2013 aveva abdicato a favore del figlio Filippo, non ha mai negato pubblicamente di essere il padre della donna ma si è sempre rifiutato di fornire il suo Dna. Quindi a seguito della perdita dell’immunità in quanto non più regnante, Delphine Boël ha avviato la causa per il riconoscimento di paternità del presunto padre. A novembre l’organismo giurisdizionale, dichiarando che Jacques Boël non fosse il padre naturale della donna, aveva ingiunto al reale belga di effettuare il test entro tre mesi dalla sentenza, altrimenti avrebbe dovuto pagare una multa di 5.000 euro al giorno.
Per questo l’ex re belga aveva presentato una ricorso in Cassazione avversando la decisione, prolungando così l’iter giudiziario. Tuttavia, il risultato sulla paternità dovrà rimanere riservato e potrà essere reso noto solamente dopo che la Corte di Cassazione si sarà pronunciata, in modo tale da poterlo confrontare poi con il DNA di Delphine Boël.