Lussemburgo – Per Marine Le Pen la nuova legislatura europea comincia in rosso. Naturalmente stiamo parlando del conto in banca che sarà sforbiciato di 300 mila euro, cifra dovuta al Parlamento per l’utilizzo irregolare dei rimborsi quando era europarlamentare. Secondo quanto riferito dalla stampa francese la Corte di giustizia della UE ha respinto il ricorso con il quale la leader del Rassemblement National, contestava la decisione della stessa Corte che nel 2018 l’aveva condannata a restituire la somma.
La vicenda riguarda l’impiego di Catherine Griset, già assistente parlamentare di Le Pen fino al 2016, poi capo di gabinetto della stessa leader della destra francese e attualmente numero 10 della lista del RN alle elezioni europee. All’accusa di lavorare per il partito nei confronti della Griset, il tribunale scrisse poi nella motivazione che Marine Le Pen “non era stata in grado di dimostrare che la sua assistente svolgeva compiti effettivi” e svolgesse la funzione nell’Eurocamera.
“Una bomba puzzolente” a pochi giorni dal voto, è stata la sua reazione irritata con i giornalisti che le chiedevano un commento sul rigetto del ricorso. Tuttavia, non è questo l’unico caso in cui la leader è stata coinvolta a proposito di spese contestate. Il Parlamento Europeo infatti reclama altri 40 mila euro per l’assunzione di una guardia del corpo fatta figurare in maniera fittizia come assistente parlamentare.
Le trattenute effettuate finora dal Parlamento sull’indennità di Marine Le Pen hanno permesso di recuperare circa 60.000 euro di tutta la somma dovuta e per il restante, gli uffici di Strasburgo contano sulla procedura in corso dinanzi alla giustizia francese, nella quale il Parlamento si è costituito parte civile.