Bruxelles – Le due piccole isole mediterranee saranno chiamate al voto il prossimo 26 maggio. Entrambi membri dell’Ue dal grande allargamento del 2004, le rispettive campagne elettorali sono state fortemente incentrate su tematiche nazionali quali corruzione, immigrazione e integrazione.
Malta
Con i suoi 316 kmq di superficie e 475 mila abitanti, Malta è lo Stato membro più piccolo e più densamente popolato dell’Unione europea. La strategica posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, tra Gibilterra e il Canale di Suez, ha conferito al Paese una grande importanza geopolitica e ha contribuito in maniera determinate al suo sviluppo economico – permettendole di controllare le rotte commerciali tra i porti europei e quelli di Medio Oriente, Asia e Pacifico.
Nel 2004, il referendum che confermò l’ingresso del Paese nell’Ue ebbe un esito positivo piuttosto risicato, con solo il 53% dei voti favorevoli all’adesione. Al tempo, il partito di opposizione – ossia il Partito Laburista – era fortemente contrario all’adesione e non accettò i risultati.
Ciononostante, il Paese è oggi generalmente favorevole alla propria appartenenza all’Unione europea, e anche il Partito Laburista (attualmente al governo) si è adeguato a posizioni più europeiste. Tale atteggiamento trova conferma anche nei dati delle elezioni europee del 2014, quando Malta registrò la più alta affluenza dopo Belgio e Lussemburgo, raggiungendo quasi il 75%.
Queste elezioni europee, in cui i cittadini maltesi dovranno eleggere i propri 6 europarlamentari, sono state fortemente influenzate dalla campagna per le concomitanti elezioni politiche.
In particolare, la corruzione è uno dei temi centrali del dibattito – soprattutto dopo la diffusione dei Panama Papers e l’uccisione di Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese che stava indagando sulla corruzione dei politici al governo. A più di due anni dall’assassinio, i mandanti non sono ancora stati individuati e le indagini anti-corruzione non sono proseguite, nonostante diversi eurodeputati avessero chiesto le dimissioni del governo maltese.
Inoltre, il Parlamento europeo e la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa hanno espresso la propria preoccupazione sullo stato della democrazia maltese, evidenziando la debole divisione dei poteri e l’assenza di effettivi pesi e contrappesi a garanzia dello Stato di diritto.
Altri due temi particolarmente sentiti sono la questione migratoria e quella ambientale, entrambe tematiche che hanno dato origine a proteste con un grande impatto sulla tenuta politica del governo.
Secondo le previsioni, 4 seggi verranno assegnati al Partito Laburista (S&D) e 2 al Partito Nazionalista (EPP) – al contrario delle elezioni del 2014, in cui i 6 seggi erano stati equamente ripartiti tra le due formazioni. Per quanto presenti, le forze euroscettiche pare non abbiano alcuna speranza di superare la soglia di sbarramento e guadagnare un seggio.
Nonostante le stime siano tendenzialmente consolidate, vale la pena osservare che le due formazioni principali, il Partito Laburista e il Partito Nazionalista, presentano forti criticità: il primo è oggetto di pesanti accuse di corruzione, mentre il secondo è in preda a una lotta interna dopo aver perso il controllo del Paese circa 25 anni fa.