Washington – Altri 180 giorni di tempo. Tanto vale lo slittamento che Donald Trump ha concesso per far scattare ufficialmente i dazi sull’importazione di automobili dall’Unione europea e dal Giappone. La scadenza era prevista per domani, sabato 18 maggio, ma a conferma che la scelta non convince neppure sul fronte interno, il presidente Usa ha dato mandato al responsabile nazionale al Commercio Robert Lighthizer, di cercare ulteriori accordi. In sostanza la decisione consente di proseguire il negoziato per altri sei mesi, al termine del quale Trump potrà valutare se imporre dazi sulle vetture e la componentistica auto.
La notizia è stata accolta con favore in Europa. Bruno La Maire, ministro delle finanze francese e l’omologo tedesco Olaf Scholz, l’hanno definita una “saggia decisione” che può raffreddare i venti di guerra del commercio internazionale che già soffiano dal fronte USA Cina. L’Unione europea ha già preparato una lista di beni americani da colpire con i dazi, se l’amministrazione statunitense dovesse decidere di dare un seguito alle
minacce. Le barriere doganali imposte alle case automobilistiche europee e sull’industria componentistica, avrebbe forti ripercussioni non solo sull’economia USA ma anche nel resto del mondo. Non per caso sono gli stessi produttori americani ad essere contrari, perché la politica dei dazi avrebbe effetti negativi sui posti lavoro e sui consumatori costretti a pagare prezzi più alti.
Giappone e Unione europea sono invece decisi a raccogliere appieno i vantaggi dell’intesa firmata lo scorso anno a Tokio e perfezionata nel bilaterale di venti giorni fa. Benefici che sono stati illustrati questo pomeriggio a Milano dalla Commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmström, intervenuta al Forum UE-Giappone, svoltosi a Milano. “L’accordo elimina gran parte delle tariffe e semplifica le procedure doganali, permettendo alle imprese europee di accedere a un enorme mercato di 127 milioni di consumatori” ha detto la Commissaria, che si è soffermata anche sulle opportunità per l’export italiano che potrà beneficiare di dazi ridotti per prodotti chiave come vino, formaggi, pasta e abbigliamento. “Mi auguro che le imprese e i singoli sfruttino al meglio queste nuove opportunità commerciali”.
L’accordo di partenariato economico, entrato in vigore il 1 febbraio 2019, elimina la maggior parte dei dazi (per un valore di 1 miliardo di euro) pagati ogni anno dalle imprese dell’UE che esportano in Giappone. Dall’altra sponda, secondo la Commissione con la piena attuazione dell’accordo, saranno soppressi i dazi doganali sul 97% delle merci importate dall’Europa. A regime, gli scambi commerciali tra l’UE e il Giappone potrebbero aumentare di quasi 36 miliardi di euro all’anno.