Bruxelles – Gli ultimi risultati Eurostat inerenti al lifelong learning (apprendimento permanente) degli adulti europei, nella fascia d’età 25-64, mostrano come nel 2018 il tasso medio di partecipazione sia attestato all’11,1%, 0,2 punti percentuali sopra il tasso per il 2017. Dato che è comunque gradualmente aumentato dal 2015, quando il tasso medio era fermo al 10,7%.
L’apprendimento permanente comprende qualsiasi attività intrapresa dalle persone nel corso della vita in modo formale e non formale, dopo la fine dell’istruzione iniziale, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale. Si intende, quindi, l’educazione durante tutto l’arco della vita, e uno degli obiettivi presentati nel quadro strategico per la cooperazione e la formazione europea (Euroepan Training 2020) è proprio quello di raggiungere, entro il 2020, una media di partecipazione al lifelong learning che sia almeno del 15% nell’UE.
Attualmente negli Stati membri dell’Unione, il tasso di partecipazione più elevato al lifelong learning si riscontra nei paesi nel nord Europa, in particolare in Svezia (29,2%), Finlandia (28,5%) e Danimarca (23,5%). Dati nettamente superiori alla media europea, dove l’Italia è posizionata, in modo non particolarmente invidiabile, dietro Malta (10,8%), Spagna (10,55%), Portogallo (10,3%), Belgio(8,5%), Rep. Ceca (8,5%) e Germania (8,2%) con con un tasso di partecipazione pari all 8,1%.