Bruxelles – L’Unione europea sta facendo di tutto per evitare ingerenze esterne che possano influenzare l’esito delle elezioni europee ormai sempre più prossime, quando in realtà un grosso problema è proprio in casa e si chiama Italia. Gli attuali partito di governo, Movimento 5 Stelle e Lega, sono finiti all’attenzione del Parlamento europeo già a febbraio, quando il servizio studi (Policy Department for Citizens’ Rights and Constitutional Affairs Directorate General for Internal Policies of the Union) ha finito di realizzare lo studio commissionato dalla commissione Libertà civili su disinformazione e propaganda. Nello lavoro, di 200 pagine, ci sono paragrafi che inchiodano i due partiti alle loro responsabilità.
“Nel 2016 BuzzFeed News ha collegato il Movimento Cinque Stelle una rete di siti web e account di social media che diffondono la disinformazione. Si presume che alcuni di questi siti che si pongono come siti di notizie indipendenti siano sotto il controllo diretto della leadership del partito M5S”. Il rapporto spiega che “il sito TzeTze, ad esempio, è di proprietà di Casaleggio Associati, società fondata dal compianto fondatore del M5S, Gianroberto Casaleggio”. Ancora, “il blog personale di Beppe Grillo, i siti web del M5S e alcuni di questi siti di notizie sono stati scoperti a condividere indirizzi IP, Google Analytics e ID di AdSense”.
All’attenzione dei parlamentari è finita anche l’attività del Carroccio. “È stato anche segnalato che la Lega condivideva i codici di Google con siti web di diffusione di propaganda pro-Putin e teorie del complotto non ufficialmente associati al partito”. Per i legami con Mosca, “la situazione in Italia potrebbe essere vista da alcuni come paragonabile a quella in Ungheria: entrambi hanno presunti politici filo-russi al potere, così come i mezzi di comunicazione russi”.
Sempre per quanto riguarda la Lega, continuano i tecnici autori dello studio, “un altro rapporto BuzzFeed ha riferito di una vasta rete di siti di notizie e account di social media che diffondono contenuti super di parte, anti-immigrazione e islamofobici; alcuni dei siti di notizie non-legacy (non obsoleti, ndr) più popolari sono risultati appartenere a questa rete”.
Non si usa mai l’espressione ‘fake-news’, ma si chiarisce come l’Italia sia un centro molto di attivo di produzione di controinformazione. Un altro modo di dire che in effetti l’Italia è oggi una repubblica fondata sulla disinformazione. Di chi è al comando. “Si ritiene che in Italia l’attività di false informazioni sia stata sfrenata nella campagna elettorale del 2018”, denuncia il rapporto.
“Le azioni di disinformazione riguardano principalmente Facebook”, che in Italia conta 30 milioni di utenti, e “nella corsa alle elezioni la maggior parte della disinformazione condivisa riguardava i migranti”.
Ancora, “nelle ultime elezioni, la Lega avrebbe anche fatto uso di ‘selfbot’ su Twitter”, vale a dire account falsi, non riconducibili a persone reali, si legge sempre nel documento realizzato per la commissione Libertà civili. A questi si aggiungono utenti “che si sono offerti volontari per diventare ‘portavoce’ della Lega, autorizzando un’app per l’aggiunta e il retweet automatico dei contenuti del resoconto del leader Lega Matteo Salvini”.
Il Parlamento europeo sa bene che inchieste giornalistiche “hanno collegato Movimento Cinque Stelle e Lega Nord a siti internet apparentemente indipendenti e ad account di social media che spingono il contenuto fabbricato”. Ma c’è dell’altro. Si rileva che “oltre alla disinformazione, le inchieste giornalistiche hanno scoperto che il leader della Lega, Matteo Salvini e il leader del M5S Luigi Di Maio, utilizzavano contenuti provocatori (“inflammatory”, nel testo) e visivamente accattivanti, nonché video virali e trasmissioni dal vivo per dominare la campagna elettorale su Facebook”. Insomma, i partiti al potere in Italia hanno il potere di manipolare il dibattito. E questo vale anche per le elezioni europee alle porte.