Trento – Udu, L’Universitario e Gioventù Federalista europea hanno proposto un lungo ed interessante dibattito fra candidati alle elezioni europee martedì 7 maggio nell’auditorium di Lettere a Trento. I 330 posti a sedere erano esauriti ed in 50 sono andati in un’altra sala a seguire il dibattito moderato da Francesco Desimine in teleconferenza.
Le liste in lizza nella circoscrizione Nordest italiana saranno 17, al tavolo dell’auditorium trentino c’erano 8 persone in rappresentanza di 8 famiglie politiche. Due minuti ad ognuno per ogni domanda, ritmo incalzante e votazioni su sli.do. I giovani universitari hanno voglia di politica, si può dire che la fase del “sono tutti uguali” stia passando per dare spazio a nuove modalità di partecipazione e di interesse.
Tra i giovani c’era da aspettarselo che i quattro seduti più verso sinistra (La Sinistra, Pd, Verdi, Più Europa) ottenessero più consenso di quelli seduti verso destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord).
Fra gli universitari furoreggia “Più Europa” e Federica Sabbati, triestina che lavora per le istituzioni europee, incassa dall’instant poll un 33%. La Sabbati va sui temi liberali cari ad uno dei templi della cultura liberale che è l’università. Preparata e grintosa, si mostra anche “ribelle” in qualche espressione.
Chiara Bertogalli di Parma è una biotecnologa che lavora per la multinazionale farmaceutica Gsk. I giornali locali la definiscono la “Greta Thunberg” di Parma. Bertogalli, 39 anni, rappresenta però la nuova fase dei Verdi, quella grüne Welle che un po’ è neue Mitte. La biotecnologa parmense non vuole più sussidi per le fonti fossili e spiega come la green economy oggi crei 3 volte più posti di lavoro rispetto alle attività che si basano sul “vecchio fossile”.
Durante il dibattito è stato fatto un fact checking in diretta con Desimine che riceveva su Telegram i responsi dei controlli realizzati in tempo reale da altri colleghi universitari. Un giorno anche i talk show televisivi saranno così.
Antonio Calò, docente del liceo Canova di Treviso, ha barba messianica e prova a scaldare la platea. Calò ha ospitato sei migranti a casa sua e si vede che ha l’idealismo di chi è cresciuto con certi ideali. Saluta tutti uscendo sventolando la bandiera europea e passa il “testimone democratico” a Roberto Battiston. Il profilo del fisico che insegna in Unitn, ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, è da Commissario europeo alla ricerca. Battiston ha avuto dei trascorsi radicali e si vede che, da ricercatore, si è messo a studiare la politica e le frasi giuste da dire al pubblico. Stoccate al governo giallo-verde che lo ha “mandato a casa” comprese.
Rimaniamo sulla collina di Trento con il matematico Matteo Segatta de “La Sinistra”; anche lui vola alto nell’indice di gradimento degli universitari. Capelli e barba “Seventies” Segatta è il più giovane sul palco, classe 1988. Strappa applausi quando dice che quella vista al World Congress of Family di Verona è stata “l’Italia peggiore”. Ognitanto si lascia un po’ andare alla demagogia del “compagno”, considerando che è nato un anno prima della “Wende” e tre prima della “Bolognina”.
La platea di Lettere comunque non è significativa statisticamente. Se fosse per gli universitari i quattro candidati citati finora andrebbero tutti all’Europarlamento, ma i sondaggi (www.pollofpolls.eu) danno per ora solo il Pd sopra il 4%.
C’è la Forza Italia della prima ora sul palco con Maurizio Perego, avvocato trentino non candidato alle europee ma che rappresenta idealmente Mario Malossini (www.mariomalossini.it), che per chi vive in Trentino non ha bisogno di presentazioni. Basta guardare la fotogallery sul suo sito ed è subito Anni Ottanta forever young.
Perego è uno di quelli de “la rivoluzione liberale delle partite Iva” e sul palco è chiaramente il più “politico” di tutti viste anche le sue candidature precedenti. È convinto che dal 27 maggio Forza Italia non esisterà più e ci sarà un nuovo soggetto conservatore nel quale confluirà l’ala forzista più vicina a Giovanni Toti, il presidente della Liguria.
Perego sa benissimo di giocare in trasferta, ma si impegna facendo capire che Forza Italia non è troppo distante da Più Europa, citando Varoufakis e rivendicando come anche Forza Italia sia updated sui diritti civili.
Francesca Gerosa, candidata di Fratelli d’Italia, è passata negli ultimi anni fra Pdl e Progetto Trentino approdando dalle provinciali del 21 ottobre 2018 nel partito guidato da Giorgia Meloni. Gerosa, 43 anni, è vicina a Perego su molte posizioni e fa capire in molti passaggi come FdI abbia il “vento in poppa”. Ha poco apprezzamento, come prevedibile, dalla platea, ma a fine dibattito si ferma a dialogare a lungo con un gruppo di ragazzi interessati.
Cristiano Zanella, Movimento 5 Stelle, è un maratoneta che fa esercizio di pazienza. Nel ciclo elettorale 2013-2015 ci ha provato candidandosi a tutti i livelli e lo stesso farà dal 2018 al 2020. Più facile vederlo a Palazzo Thun, sede del Comune di Trento, nel maggio 2020 che a Strasburgo il 2 luglio alla seduta inaugurale del Parlamento europeo. Considerando la stranezza del M5S magari Zanella ce la fa nel salto europeo. Commercialista, per un anno ha lavorato anche in Gran Bretagna.
Il suo è un “profilo governativo” ed infatti in molti passaggi ricalca i claim del “governo del cambiamento” dal reddito di cittadinanza in poi.
Premio per il coraggio infine a Martina Loss della Lega, che non è candidata alle europee ma alle suppletive della Camera del 26 maggio nel collegio di Trento (per sostituire Giulia Zanotelli, Lega, diventata assessore provinciale all’agricoltura). Nell’indice di gradimento prende l’1%, spesso dice frasi incoerenti con la muscolarità della Lega salviniana. Loss ha una storia di vita molto particolare: laureata in scienze forestali, originaria del Tesino, buddista (in Tesino c’è un tempio buddista). Lo stile ed i modi della Loss sono quelli della Lega fugattiana, moderata e governativa.
Mentre la lista leghista (nella quale trova spazio l’altoatesino Matteo Gazzini) per il Nordest sancisce il patto del lombardo-veneto fra il “capitano” Salvini ed il “doge” Zaia, vista l’alta percentuale di fedelissimi veneti presenti.
Gli europarlamentari italiani saranno 73, dei quali 14 del Nordest, i giochi sono aperti, date il vostro voto il 26 maggio 2019 dalle 7 alle 23.
(Leggi l’articolo originale su salto.bz)