Bruxelles – “Unità”, “soluzioni condivise”, “stare insieme”. Parole ed espressioni che i capi di Stato e di governo dell’UE riuniti a Sibiu, in Romania, hanno voluto iscrivere nella dichiarazione ufficiale del vertice informale dei leader chiamato a gettare le basi dell’Europa dell’immediato futuro. Un futuro incerto, perché introdotto da un presente carico di oscuri presagi e segnali poco rassicuranti.
Non si fa menzione della Brexit, né si fa riferimento alle tensioni con gli Stati Uniti o al deterioramento della situazione sullo scacchiere internazionale. Ma questi elementi sono sottesi al documento sottoscritto dai leader. “Riaffermiamo la nostra convinzione che uniti siamo più forti in questo mondo sempre più instabile e carico di sfide”, premettono i leader prima di elencare i dieci impegni da rispettare da qui in avanti e da seguire, tutti insieme.
La dichiarazione di Sibiu è il documento che deve rappresentare la stella polare da seguire per orientarsi in un mondo pieno di insidie e incertezze, il faro per evitare di perdersi e dividersi in questo momento storico delicato. Si tratta di impegni di principio. I prossimi mesi a questi principi occorrerà trovare una forma e darvi seguito, perché non restino parole su carta.
“Difendere una Europa” nel senso di unione delle nazioni “da est a ovest, da nord a sud” è il primo di questi impegni. Si ricorda la cortina di ferro che ha diviso popoli e Stati del continente, e si intende scongiurare un ritorno al passato. “Rimanere uniti nella buona e nella cattiva sorte” è il secondo impegno. Qui si parla di “solidarietà”, termine che però non ha trovato grande riscontro quando declinato alla crisi dei migranti. “Cercare sempre soluzioni comuni, ascoltando reciprocamente in uno spirito di comprensione e rispetto” è il terzo della lista degli impegni.
Al ‘trittico’ dell’unità fa seguito l’impegno per la protezione dello Stato di diritto e gli stili di vita dell’Europa, seguito dall’impegno politico di fare poco ma bene. L’Europa anche nei prossimo anni continuerà lungo il solco tracciato dall’attuale Commissione europea del “grandi sui grandi temi”. Si faranno proposte legislative laddove necessario, “ascoltando le preoccupazioni dei cittadini”.
Proprio sui cittadini si impegnano i leader al punto 6 della lista della dichiarazione di Sibiu. “Sosterremo sempre il principio di equità” in ogni settore, che si tratti di mercato del lavoro, welfare, o trasformazione digitale. “Ridurremo ulteriormente le disparità tra noi e aiuteremo sempre i più vulnerabili in Europa, mettendo la gente davanti alla politica”. Un passaggio, quest’ultimo, che in questo momento rischia di suonare più come promessa elettorale.
Protezione dei cittadini, salvaguardia del futuro delle giovani generazioni, e maggior peso internazionale dell’UE gli altri impegni presi dai capi di Stato e di governo. A questo si aggiunge l’impegno di riforma del processo decisionale dell’Ue. “Ci daremo i mezzi per abbinare le nostre ambizioni”, e in tal senso “forniremo all’Unione i mezzi necessari per raggiungere i suoi obiettivi e portare a termine le sue politiche”. Qui va precisato che l’intento è procedere senza cambiare i trattati, ma con gli strumenti di cooperazione rafforzata che gli stessi prevedono. Sono meccanismi per testare l’unità dichiarata a parole e soprattutto nella dichiarazione di Sibiu.
Il leader sono sicure che “l’Unione di oggi è più forte di ieri”, e sulla base di questa convinzione intendono “continuare a costruire la sua forza per domani”. La dichiarazione è un patto con gli Europei. A cui promettono che le decisioni che verranno prese “seguiranno lo spirito di questi 10 impegni”.