Bruxelles – Per la Corte di Giustizia dell’Unione europea la stabilizzazione degli insegnanti precari non deve essere per forza accompagnata da un risarcimento, né dalla ricostruzione integrale della carriera tramite il riconoscimento dell’anzianità maturata durante gli anni di lavoro con contratto a tempo determinato.
La decisione è in una sentenza emessa nel caso del professor Fabio Rossato, docente di fisarmonica, che ha fatto causa di risarcimento contro il Conservatorio Statale di Musica di Trento, F.A Bonporti, che dal 2003 al 2015 lo ha assunto con contratti di lavoro a termine, per poi stabilizzarlo a tempo indeterminato con effetto retroattivo al primo gennaio 2014.
È stata la Corte di Trento ad appellarsi alla Corte di Giustizia che, facendo riferimento all’accordo quadro sul lavoro a livello europeo, nella sua sentenza ha fatto presente come, nonostante il torto subito, “l’obiettivo generale sia quello di prevenire gli abusi dei contratti a tempo determinato, lasciando però agli Stati membri la scelta dei mezzi da adoperare”, e che oltretutto “non è previsto un diritto al risarcimento del danno oltre alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.
Per quanto riguarda invece l’anzianità maturata, la corte non ha acconsentito alla stabilizzazione del signor Rossato a partire dal 2003 in quanto “equivarrebbe ad un’integrale ricostituzione di carriera, come quella riservata ai funzionari che hanno superato un concorso”, ma che comunque spetta al Giudice nazionale “valutare se il risarcimento della sua anzianità a partire dal primo gennaio 2014 costituisca una misura proporzionata a sanzionare l’abuso che egli ha subito e”, continua la Corte, “cancellare le conseguenze della violazione del diritto dell’Unione”.