Bruxelles – “L’Unione è più forte oggi che in passato”. Jean-Claude Juncker ne è convinto, e il presidente della Commissione europea vuole scandirlo a chiare lettere nella conferenza stampa convocata prima del vertice informale dei capi di Stato di governo dell’UE a Sibiu, in Romania,nella quale ha anche presentato un bilanci di questi quasi cinque anni di lavoro del “Team Juncker”. “Dobbiamo dimostrare che siamo determinati a lavorare insieme per il progetto europeo”, e il vertice di Sibiu intende fare proprio questo.
Il summit produrrà due diversi documenti: la dichiarazione ufficiale del meeting, con 10 punti per il futuro, e l’agenda strategica dell’UE per il periodo 2019-2024. Quest’ultima si articolerà in quattro capitoli: proteggere cittadini ( qui ricadono politiche per controllo delle frontiere, anti-terrorismo, lotta a fake news e cybersecurity); sviluppare l’economia (mercato interno, unione economica e monetaria, politica fiscale, istruzione, e schema per l’intelligenza artificiale); Futuro più verde e più inclusivo; promozione dell’UE nel mondo (politica commerciale e investimenti).
Sibiu, scommette Juncker, “sarà l’occasione per dimostrare che un’unione unita può lavorare per il futuro”. Ricorda che già adesso l’UE ha dato prova di armonia e determinazione. Ricorda i 348 provvedimenti legislativi adottati, il 90% dei quali all’unanimità in Consiglio, il consesso degli Stati membri. Rivendica i risultati del piano per gli investimenti, che “ha mobilitato circa 400 miliardi di euro in investimenti senza creare debito aggiuntivo”. Ma soprattutto rivendica come la Commissione che presiede “è riuscita a tenere la Grecia all’interno della zona euro” quando erano in molti a premere per un’espulsione (non così semplice e automatica, per la verità).
“La costruzione dell’Europa non si arresta”, sottolinea Juncker. E l’obiettivo del vertice di Sibiu è proprio quello. La Commissione ha voluto redigere l’agenda strategica, con l’obiettivo di avere una discussione il 9 maggio e un’approvazione al vertice dei leader di giugno. I quattro punti dell’agenda si dovranno realizzare con gli strumenti possibili. Tradotto: senza cambiare i trattati. “Non sono contrario alla modifica dei trattati, ma ci sono tante cose che possono essere fatte senza modificarli se c’è la volontà politica”. Per Juncker “abbiamo trattati che sono perfetti, ma se non si utilizzano appieno diventano imperfetti”. Quindi, “usiamo i trattati senza escludere modifiche laddove necessario” davvero.
Un concetto che sarà ribadito in Romania. Il cancelliere tedesco, Sebastian Kurz, porrà la questione dei trattati, Juncker gioca d’anticipo. La priorità è procedere insieme, mostrando determinazione e voglia di andare avanti, soprattutto in un momento in cui l’UE perde i pezzi. “La Brexit non è ancora avvenuta, ma Brexit vuol dire Brexit”, dice Juncker. Che nel passare dall’utilizzo del tedesco all’inglese, lancia la frecciata a Londra. “Nessuno capisce l’Inghilterra, ma tutti capiscono l’inglese”.