Bruxelles – La libertà di stampa in Italia è fortemente sotto attacco e per questo motivo a rischio. E’ l’allarme lanciato dal Consiglio d’Europa nel suo rapporto sulla libertà d’espressione 2018. L’organizzazione internazionale per la promozione di democrazia e diritti fondamentali cita il Paese tra gli esempi di “pressioni finanziarie, favoritismi e altre forme di manipolazione indiretta dei media”, e chiama in causa direttamente Luigi di Maio.
“In Italia – si legge nel rapporto – il vice primo ministro e leader del Movimento a cinque stelle ha chiesto alle compagnie statali di interrompere la pubblicità sui giornali e ha annunciato piani per una riduzione dei contributi pubblici indiretti ai media nel bilancio del 2019”.
Il Consiglio d’Europa si riferisce in particolare a quanto scritto da Di Maio in occasione dell’assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi dall’accusa di falso in atto pubblico. In quel frangente il leader pentastellato commentò scrivendo che “il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli”.
Il Consiglio d’Europa guarda con preoccupazione a quanto avviene nel continente, perché, ricorda l’istituzione non comunitaria, “la libertà di espressione è un presupposto essenziale per la sicurezza democratica e merita la massima attenzione degli Stati membri”. Il fatto che l’Italia venga citata come cattivo esempio è indice di un deterioramento della situazione.
Oltretutto l’attuale esecutivo è oggetto di critiche in Italia per le decisioni prese in tema di editoria, con il taglio ai fondi a testate quali Avvenire e ilManifesto, considerate come ‘critiche’ nei confronti del governo. Lo stesso governo è poi oggetto di critiche per la crisi di Radio Radicale, a rischio chiusura per problemi finanziari. Si ritiene che l’esecutivo, di cui Di Maio fa parte, non stia facendo nulla per evitarlo.