Bruxelles – La libertà dei media è uno dei diritti più importanti difesi nella società europea ed occidentale, fondamentale per il buon svolgimento della vita politica democratica, eppure troppo spesso viene messo a rischio. È fondamentale dunque che l’UE si impegni di più nella protezione di un settore da cui dipende la stabilità di un intero sistema sociale e politico arrivando, nel caso, a nominare un commissario apposito per la protezione ed il rispetto di un campo lavorativo e culturale da cui dipende anche la nostra libertà di informazione e di espressione.
Temi fondamentali, di cui i Verdi/Alleanza Libera Europea (Verdi/ALE) si sono fatti portavoce dal momento che anche la civilissima e liberissima Unione europea è colpita profondamente dal problema. Basta pensare agli assassinii dei giornalisti investigativi Daphne Caruana Galizia a Malta e di Jan Kuciak in Slovacchia. Non solo: molto spesso sono gli stessi Stati ad esercitare una forte pressione politica sui loro media nazionali (due esempi possono essere la Romania e la Lettonia), o ad interferire nei lavori delle loro emittenti pubbliche (com’è il caso della Croazia).
Altri grandi problemi del nostro presente, esposti da Benedek Javor, portavoce per la trasparenza e deputato ungherese per i Verdi, in una conferenza da lui organizzata con Philippe Lamberts, presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, sono quelli della lotta alle fake news e della concentrazione del mercato dei media. Quest’ultimo in particolare dovrebbe vedere “un lavoro più pressante da parte della Commissione per garantire maggiore pluralismo ed un più attento controllo” che ad alcuni canali più “vicini” al governo non arrivino più finanziamenti di altri.
Un argomento che i green hanno preso a cuore e che porteranno, ha spiegato Javor, “come uno dei punti fondamentali del programma” in vista delle imminenti elezioni europee, con l’obiettivo “di sensibilizzare l’opinione anche degli altri partiti sul tema, perché senza una forte e larga volontà politica difficilmente l’UE riuscirà a persuadere i suoi Stati membri ad allentare le prese sui loro canali di informazione”.