Di Adriano Maggi
Lotta allo strapotere delle grandi piattaforme digitali sul mercato tecnologico e una più equa remunerazione dei produttori di contenuti on-line.
Sono questi gli obiettivi principali della nuova Direttiva Ue per la protezione del diritto d’autore, approvata lo scorso 26 marzo dal Parlamento Europeo.
“Le istituzioni europee, resistendo alla più massiccia operazione di lobbying che si ricordi, hanno dimostrato di tenere maggior conto dei diritti di chi produce contenuti rispetto agli interessi di chi quei contenuti li sfrutta per interesse del proprio profitto”. Sono queste parole di Francesco Posteraro (commissario AGCOM dal luglio 2012) che evidenziano la notevole avversione delle grandi piattaforme digitali all’approvazione del provvedimento, elogiando allo stesso tempo le istituzioni comunitarie per aver compiuto un notevole passo in avanti verso la creazione di un Mercato Unico Digitale all’interno dell’Ue.
L’Art.17 della nuova direttiva prevede tuttavia che le grandi piattaforme esercitino un controllo preventivo sui contenuti pubblicati, esponendo il web a una possibile forma di censura.
Stefano Epifani, (Presidente del Digital Transformation Institute ) esplicita questi timori affermando che “nel tentativo di abbattere il potere delle piattaforme in termini d’impatto economico si dà loro, attraverso questa Direttiva, un potere come quello censorio. Si rischia in questo modo di innescare un meccanismo liberticida”.
Con l’approvazione di questa Direttiva il mondo dell’informazione ha “vinto una battaglia”, ma il prezzo pagato rischia di essere troppo alto.