Bruxelles – L’alleanza tradizionale tra popolari (PPE) e socialdemocratici (S&D) non si potrà più avere, perché insufficiente a controllare la maggioranza dei seggi dell’Aula, e allora le maggioranze in Parlamento europeo saranno tutte da definire, con i liberali (ALDE) e magari anche Verdi a fare da ago delle bilancia. A patto che il PPE scelga questi partner. Le proiezioni del Parlamento europeo realizzate sulle intenzioni di voto raccolte negli Stati membri non offre grandi cambiamenti, in termini generali.
Tutto rimane piuttosto incerto e imprevedibile, con il rischio che da fine maggio in poi il Parlamento possa essere ingovernabile. Rispetto alle ultime proiezioni la situazione di fondo non cambia. Ma paragoni non è possibile farne, perché quelle rese pubbliche oggi sono le prime proiezioni a 751 seggi, mentre le precedenti erano a 705 seggi, con quote nazionali di deputati europei da eleggere diverse. Non si teneva conto della Brexit, perché si riteneva che i britannici non avrebbero partecipato. Ma alla luce della proroga dell’appartenenza all’UE fino al 31 ottobre, anche i britannici voteranno. Le uniche possibili analisi sono quelle con l’attuale composizione dell’Eurocamera.
Liberali e verdi aghi della bilancia in grosse coalizioni
Dunque, se si andasse al voto questo fine settimana PPE e S&D perderebbero oltre 70 seggi, 37 ciascuno. Sarebbero comunque ancora rispettivamente il primo e il secondo gruppo parlamentare (180 e 149 seggi), ma senza la maggioranza. Mancano 47 seggi per la soglia necessaria a garantire il funzionamento dell’istituzione comunitaria, che potrebbero offrire ALDE (76 seggi, +8 rispetto ai numeri attuali, e senza contare i francesi de la Republique en Marche, che potrebbero unirsi), o i Verdi (57 eletti, +5).
Sovranisti ed euro-scettici non sfondano
La buona notizia per gli europeisti p che le forze euroscettiche ed eurocritiche insieme non avranno i numeri per incidere. Complessivamente saranno 181 i seggi di questi schieramenti, suddivisi tra i Conservatori dell’ECR (66 seggi, -10), l’estrema destra dell’ENF (62, seggi, +25), EFDD (45 seggi, + 4) e i non i iscritti (8, -13). Insieme questi gruppi guadagnerebbero 6 seggi rispetto all’attuale composizione del Parlamento.
L’incognita degli ‘altri’
C’è chi teme una virata ancora più a destra del PPE. Del resto Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha pubblicamente detto che il PPE di cui fa parte dovrebbe considerare l’ipotesi di rompere con il centro-sinistra europeo e lavorare con i Conservatori (ECR) e le forze della destra europea. Anche ammettendo che si possa assistere ad uno spostamento così a destra del PPE, i 181 seggi degli euro-scettici e dei sovranisti, uniti ai 180 seggi del PPE non danno i 376 seggi di maggioranza necessaria. Però attenzione, perché ci sono 62 deputati conteggiati alla voce ‘altri’. Si tratta di chi verrà eletto per la prima volta, la cui collazione sarà tutta da vedere e potrebbe anche risultare decisiva, in un senso o nell’altro.
Regno Unito, il fronte anti-UE cresce ma non così tanto
Nelle prime proiezioni che tengono conto del Regno Unito in quello che potrebbe essere il prossimo Parlamento europeo, non si può non tenere conto dei britannici. Tra UKIP e partito per la Brexit si prevedono 19 deputati, più di quelli che il solo UKIP aveva eletto cinque anni fa (17). Il primo partito è al momento quello laburista (26,5%, per 19 deputati, quanti ne vanta attualmente il Labour nel gruppo S&D), mentre crolla al 16,5% il partito conservatore di Theresa May (12 deputati). I LibDem dovrebbero riuscire a portare a Bruxelles 6 uomini (attualmente ne hanno 1). Insomma, le forze britanniche anti-UE non sembrano sfondare. Per quanto, va detto, all’interno dei partiti conservatore e laburista via siano brexiteers.
In Italia i 5 Stelle staccano il PD
In Italia si conferma l’exploit della Lega, oggi al 31,4% dei consensi e capace di portare in Europa una truppa di 26 uomini, otto in più dei partner di governo del Movimento 5 Stelle, secondo partito con il 21,5% dei consensi.I pentastellati guadagnano qualcosa e staccano il PD, con cui in un certo momento si contendevano il ruolo di secondo partito. Il Partito Democratico ora è terzo, con il 20% che vale 16 parlamentari. Forza Italia e Fratelli d’Italia le altre due forze politiche in grado di eleggere candidati (9 e 4 rispettivamente) se si andasse al voto oggi. L’Italia è ufficialmente un Paese euro-scettico.