Bruxelles – La gig economy rappresenta ad oggi il modello lavorativo che quasi certamente prenderà il sopravvento per le generazioni future, che si troveranno così a doversi districare in un panorama dove i cosiddetti “posti fissi” saranno sempre meno mentre le manzioni a tempo determinato o occasionali cresceranno a dismisura. In vista di questi cambiamenti il Parlamento europeo, nella sua ultima plenaria a Strasburgo, ha deciso di approvare delle nuove regole per la salvaguardia di questi nuovi lavoratori.
Di fatto, possiamo far rientrare all’interno della gig economy tutti quei lavori a chiamata o voucher, cui si aggiungono oggi anche tutte quelle prestazioni effettuate tramite delle piattaforme digitali (ad esempio Uber, Airbnb o Foodora).
Questa nuova legge garantirà dei diriti minimi per tutti coloro che si trovano a svolgere questo tipo di attività, integrando anche i tirocinanti e gli apprendisti retribuiti nel caso questi lavorino in media almeno tre ore alla settimana, per 12 ore su quattro settimane.
Le nuove norme assicureranno maggiore trasparenza da parte dei datori di lavoro, che dovranno entro sette giorni informare i loro impiegati degli aspetti essenziali del loro lavoro (descrizione delle mansioni, data di inizio, durata, retribuzione, etc.), e ribalteranno la situazione alquanto precaria n cui si sono trovati finora questi lavoratori concedend, innanzitutto un livello minimo di prevedibilità sugli orari ed i giorni di lavoro. Si darà loro poi la possibilità di rifiutare un qualsiasi incarico lavorativo al di fuori degli orari prestabiliti, senza incorrere in alcuna conseguenza, e di poter accettare un altro lavoro, laddove gli orari non combacino con quelli già stabiliti dal precedente contratto, senza incappare in eventuali sanzioni dai datori di lavoro.
Infine, sono state regolate anche le parti inerenti i periodi di prova e formazione, con i primi che non potranno eccedere i 6 mesi, o comunque dovranno essere proporzionali alla durata prevista del contratto in caso di lavoro a tempo determinato, ed i secondi che dovranno essere forniti gratuitamente dal datore di lavoro ed inclusi all’interno dell’orario lavorativo.
Dunque l’Europa fa un “grande passo verso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali”, come dice il relatore della nuova norma, Enrique Calvet Chambon, l’europarlamentare indipendente per il gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali.