C’era un tempo in cui l’Inter riusciva a vincere il primo e finora unico triplete italiano aggiudicandosi, in un’unica stagione, una Coppa Italia, uno scudetto e una Champions
League. Correva l’anno 2010: l’allenatore era José Mourinho, il capitano era Javier Zanetti
e la fenomenale coppia d’attacco era composta da Diego Milito e Samuel Eto’o.
Della gloria passata rimangono ora soltanto i ricordi. La stagione 2018-2019 si sta
rivelando particolarmente negativa per i nerazzurri guidati da Luciano Spalletti. La
squadra costruita la scorsa estate dal ds Piero Ausilio fatica a decollare e a mantenere la
posizione in classifica. Anche i bookmaker ripongono poche speranze nelle possibilità di
raggiungere gli obiettivi dichiarati a inizio stagione, quando il tecnico nerazzurro indicava
la sua squadra come una delle principali antagoniste della Juventus: per scoprire di più, è possibile trovare qui più informazioni su scommesse e quote calcio.
Il sintomo forse più evidente della crisi dell’Inter è quanto sta accadendo tra la società e
Mauro Icardi, conseguenza della difficile gestione del rapporto tra il calciatore, la moglie-procuratore e la dirigenza. Quel che è certo è che il bomber argentino sta procedendo con numeri decisamente al di sotto del suo standard, se si tiene conto che nella sua recente storia in nerazzurro non gli era mai capitato di contribuire in maniera così scarsa in zona gol. Per risalire a un periodo di digiuno simile all’attuale bisogna infatti tornare al 2013, quando Icardi, che vestiva allora la maglia della Sampdoria, non segnò per addirittura 9 turni consecutivi.
Dati alla mano, il numero 9 è sempre stato fondamentale e incisivo nel gioco di
Spalletti, se si pensa che nella scorsa stagione di serie A fu capocannoniere insieme a
Ciro Immobile, con 29 reti segnate (di cui 6 su rigore), un assist, 2 sole ammonizioni e una
media di 0,85 reti a partita. Icardi serve all’Inter, nonostante in molti parlino ormai di una
sua possibile cessione, legata anche ai malumori nati prima in occasione del ritiro della
fascia di Capitano e poi della mancata partenza per Vienna in occasione del match di
Europa League contro il Rapid – altro traguardo, l’Europa League, in cui i nerazzurri
hanno ormai da tempo dovuto smettere di sperare.
Detto questo, ci sono dei buoni motivi per sperare nel recupero del miglior Icardi possibile. Ancora una volta, sono i numeri a parlare: prima del recente contrasto con la dirigenza nerazzurra, la capacità realizzativa dell’attaccante argentino era superiore a quella di protagonisti storici dell’attacco interista. In occasione della trasferta dello scorso dicembre all’Olimpico contro la Roma Icardi era arrivato a uguagliare la media di 0,58 gol a partita del “Fenomeno” Ronaldo.
Non si può quindi non notare quanto attivamente Maurito partecipi alle vittorie dell’Inter. A inizio stagione in pochi si sarebbero aspettati un finale così infuocato per i nerazzurri. La corsa per la conquista di un posto in Champions League sta entrando nella fase più calda, e il ritorno del numero 9 potrebbe rivelarsi fondamentale per non rimanerne esclusi. Anche se, in fondo, le chiacchiere su un addio di Icardi si fanno sempre più rumorose e diventa difficile non credervi.