Il 24 maggio, i cittadini irlandesi saranno chiamati alle urne per eleggere 13 nuovi rappresentanti del Parlamento Europeo, in un contesto in cui le dinamiche della politica interna si intrecciano strettamente alle vicende europee. Sicuramente, Brexit, e in particolare la questione del confine con l’Irlanda del Nord, la fa da padrone nel dibattito politico, ma ciò non toglie che anche i diritti civili rimangano un tema di primo piano, specialmente considerando il ruolo delle donne nella società irlandese e i recenti referendum su matrimonio egualitario e aborto.
I temi della campagna elettorale
L’Irlanda è certamente il Paese europeo più direttamente colpito dalle vicende di Brexit, dato che sarà l’unico Stato membro a confinare con il Regno Unito. Sin dall’inizio delle negoziazioni, il Taoiseach (il primo ministro) Leo Varadkar ha lavorato a stretto contatto con i vertici europei per garantire che la “questione irlandese” rimanesse sempre una priorità nell’elaborazione di un accordo di recesso, dato l’enorme impatto sociale, politico ed economico che Brexit avrà (o dovrebbe avere) sull’isola irlandese.
A differenza del Regno Unito, in cui si è ben lontani dal raggiungere una coesione politica riguardo il futuro del Paese, in Irlanda la classe politica si presenta fortemente compatta e si è mostrata favorevole a offrire una lunga estensione (fino al 2020) al governo britannico, per cercare di ridurre i danni collaterali di questo iter dagli esiti ancora molto incerti. In qualche modo, l’instabilità britannica ha avuto un effetto stabilizzatore della politica irlandese, compattando i vari partiti su un unico fronte.
Anche la questione del confine con l’Irlanda del Nord, seppur con toni diversi, risulta in una comune aspettativa futura. Infatti, Sinn Féin sostiene apertamente la riunificazione dell’isola irlandese invocandola come priorità per scongiurare gli effetti del no deal, mentre Varadkar crede che in futuro l’isola verrà democraticamente riunificata in modo naturale. Effettivamente, diverse indagini dimostrano come le possibilità di un esito positivo di un referendum per la riunificazione siano sempre più alte, man mano che l’ipotesi no deal rischia di diventare la più probabile.
Nonostante Brexit abbia pervaso il dibattito politico e mediatico degli ultimi mesi, un altro tema di primo piano è l’eguaglianza di genere e i diritti delle donne, in particolare quello ad abortire legalmente. Dopo l’esito positivo dello storico referendum del 2018, che ha visto la rimozione del divieto costituzionale per le donne di abortire, il servizio rimane ancora poco accessibile. Se il governo sta ancora cercando di capire come migliorare l’accessibilità al servizio sanitario entro il 2019, il fronte anti-abortista si adopera per renderlo ancora più complicato, affinché il divieto rimanga una realtà nei fatti.