Bruxelles – Il Portogallo si presenta alle elezioni europee in maniera del tutto peculiare e differente dagli altri Stati europei. Il Paese deve affrontare due appuntamenti elettorali nel 2019, dal momento che in ottobre ci saranno anche le elezioni politiche, ma contrariamente alla grande maggioranza degli altri Stati membri il governo uscente gode di ottima salute. Se a ciò si aggiunge che l’esecutivo è a guida socialista, che il populismo di destra è del tutto irrilevante e che il bipolarismo centrodestra-centrosinistra è sostanzialmente intatto, si capisce come il panorama politico portoghese sia assolutamente un unicum nel Vecchio Continente.
Le tematiche principali del dibattito politico
Il dibattito politico pre-elettorale è quasi del tutto catalizzato dall’annuncio del Primo Ministro Costa di un grande piano di investimenti infrastrutturali da 20 miliardi di euro riguardante principalmente i trasporti, ma anche lo sviluppo di forme alternative di energia e la tutela ambientale. Questo piano include la costruzione di nuove linee per la metropolitana di Lisbona e di un secondo aeroporto nella capitale, resosi necessario per l’esplosione del turismo nel Paese. Tale progetto è molto ambizioso, ma economicamente sostenibile data la grande crescita che ha visto protagonista il Portogallo negli ultimi anni, ben superiore a quella degli altri Paesi europei.
Antonio Costa ha dichiarato di auspicare che anche le forze di opposizione votino il piano di investimenti, con l’obiettivo che questo sia parzialmente finanziato dai fondi dell’Unione Europea. Secondo il primo ministro infatti, un compatto sostegno politico al piano favorirebbe lo sblocco di tali fondi. Dal canto suo, l’opposizione ha criticato Costa accusandolo di aver proposto un piano eccessivamente ambizioso e irrealizzabile prima delle elezioni con obiettivi prettamente elettorali.
Differentemente dagli altri Stati membri, dunque, il dibattito politico è sostanzialmente incentrato su questioni economiche. Temi come l’immigrazione sono invece secondari, dal momento che tale questione impatta in maniera piuttosto lieve sul Portogallo, per varie ragioni.
Il Portogallo è stato una meta di immigrazione quasi esclusivamente per le sue ex colonie africane, mentre è poco toccato dai recenti flussi migratori. Ciò è dovuto, tra le altre cose, alla riduzione di opportunità economiche dovuta alla recessione e all’assenza di comunità e legami familiari di paesi di più recente immigrazione, come quelli nordafricani, mediorientali e dell’Est Europa. Inoltre, la sua posizione geografica estremamente periferica comporta che coloro che entrano in Portogallo non lo fanno per proseguire verso altri più prosperi Paesi europei.
Negli ultimi anni tuttavia, il Portogallo è tra i pochissimi Paesi europei ad accettare quote più alte nella redistribuzione dei rifugiati, in quanto la recente crescita economica ha portato a una richiesta di manodopera in aumento. Secondo molti analisti, l’assenza di un problema migratorio è il motivo per cui i partiti di sinistra continuano ad avere presa sulle classi più svantaggiate della società e per l’assenza di un partito di destra populista con un minimo di seguito.