Milano – Tutto passa dai numeri” dice Matteo Salvini ragionando sulle future alleanze europee, anche in considerazione di una ipotetica sponda con il PPE, che però “deve decidere se continuare a inciuciare con i socialisti o scommettere sul cambiamento”. Obiettivo “prima famiglia politica in Europa” per cambiare tutto, così presenta il cantiere sovranista-eurocritico da cui il leader leghista lancia la sfida. Un gruppo per ora modesto con i tedeschi di Alternative fur Deutschland, i finlandesi del Finn party e i danesi del Dansk Folkparti anche se dalla Francia è solido l’asse con Marine Le Pen, oggi assente a Milano, così come con i nazionalisti austriaci del FPOE.
La destra sovranista prova a organizzarsi in vista del voto di maggio, e sembra non preoccuparsi troppo delle tante presenze imbarazzanti e connivenze con gruppi xenofobi, negazionisti dell’Olocausto e in alcun casi di simpatie dei gruppi neonazisti di mezza Europa. “Sono stanco dei dibattiti sui fascisti, qui non ci sono nostalgici o reduci, quelli sono a Bruxelles” ha replicato stizzito Salvini, alla partenza della campagna elettorale leghista. “Nessuno di noi nega l’olocausto che fu un crimine”, assicurano i tedeschi dell’AFD, che poi sono tra i primi indiziati di “cattive frequentazioni”.
Il fronte sovranista punta alla saldatura degli attuali tre grandi gruppi più euroscettici che siedono ora a Strasburgo: ECR, ELDD e l’Europa delle Nazioni. E secondo il ministro leghista Lorenzo Fontana è possibile “l’obiettivo di 120-140 eletti, con l’ipotesi di piazzare, attraverso gli esecutivi nazionali, “dai 3 ai 5 commissari nel prossimo governo europeo”. Obiettivi ambiziosi ma molte incertezze a cominciare dalla lista delle adesioni che presumibilmente si manifesteranno solo dopo il voto. Di deciso solo il nome, “European Alliance of People and Nation”, che dovrebbe fare da catalizzatore per “vincere e cambiare l’Europa diventando forza di governo”. Casella bianca anche per il ruolo di spitzenkandidat, per cui i nomi più forti sono Marine Le Pen e lo stesso Matteo Salvini che nega di avere ambizioni, pur confermando la sua presenza come capolista in tutte le circoscrizioni.
Ma per l’Internazionale sovranista non sarà facile scrivere anche un’agenda politica, seppur di massima. In economia le differenze sono in alcuni casi insormontabili come la cifra rigorista sui conti pubblici di molti partiti della destra europea, rigore che invece la Lega vede come una gabbia. E il primo avvertimento è partito subito, dai finlandesi, dichiaratisi “indisponibili a pagare il debito italiano”. L’unico tema condiviso senza alcune riserve è il contrasto all’immigrazione che fa il paio con la difesa dei confini, con l’Italia che per confine ha il mare su cui non è possibile tirar su fili spinati.
Nel cantiere dell’ultradestra immaginato da Salvini poi potrebbero nascere seri ostacoli con i partiti dell’est ma anche per la destra svedese, che guardano con sospetto le sue frequentazioni con Russia Unita e il legame con Vladimir Putin.