Bruxelles – Mentre la Brexit prende dei toni sempre più ambigui, il Consiglio dell’Unione Europea, tramite il COREPER, ed il Parlamento europeo, con la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE), hanno trovato un compromesso comune sulla proposta di esimere i cittadini britannici dall’obbligo di richiedere il visto, in caso di brevi spostamenti all’interno dei territori dell’Unione, dopo un’eventuale separazione senza accordo, ma solo se i cittadini dell’UE potranno godere dello stesso vantaggio.
In attesa che il testo venga messo ai voti in plenaria giovedì, se approvata, la legislazione si applicherà dal giorno successivo al ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea e varrà per tutti quei soggiorni inferiori ai 90 giorni ogni 6 mesi. Il Regno Unito entrerà così nella lista di quei paesi che non hanno bisogno del visto per entrare nell’Unione per motivi di familiari, di lavoro o legati al turismo, fermo restando che non saranno concessi tutti quei diritti di cui usufruiscono i lavoratori europei all’interno del mercato unico.
Le due istituzioni hanno inoltre sottolineato come queste agevolazioni si applicheranno solamente se Londra rispetterà il principio di reciprocità, ossia se ai cittadini UE verrà concesso a loro volta l’accesso senza visto per viaggi d’affari o viaggi turistici nel Regno Unito quando e se uscirà dall’Unione Europea senza accordo. Se nel caso poi Westminster dovesse introdurre l’obbligo del lasciapassare per i cittadini di anche un solo Stato membro, si applicherà “il meccanismo di reciprocità previsto dalla legislazione dell’UE”, come scritto nel testo dell’accordo e ne deriverà l’obbligo per i cittadini britannici di richiedere il permesso per entrare.
Ora se la proposta verrà accettata anche dall’Eurocamera in plenaria le nuove regole saranno adottate e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’UE entro e non oltre il 12 aprile per prepararsi a modo ad un’eventuale no-deal Brexit.
Tale esenzione si applicherà a tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione dell’Irlanda (che ha uno specifico accordo bilaterale che prevede la possibilità di viaggiare senza visto tra i due paesi) e negli Stati associati a Schengen ma fuori dall’Unione europea come Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.