Bruxelles – Le forze europeiste tradizionali recuperano, le forze euro-scettiche ed euro-critiche rallentano. Le ultime proiezioni del Parlamento europeo sulle intenzioni di voto nei vari Stati membri dell’UE mostrano un’inversione di tendenza rispetto ai mesi precedenti. Una buona notizia, per quanti sono preoccupati per l’avanzata delle forze politiche ‘anti-sistema’. A livello nazionale spicca il dato italiano: se si andasse alle urne questo fine settimana, Partito Democratico (PD) e Movimento 5 Stelle (M5S) eleggerebbero lo stesso numero di deputati europei, 18. Il PD dunque recupera e raggiunge il Movimento, anche in termini di consensi, pressoché identici (20,9% per il pentastellati, 20,6% per il centro-sinistra).
PPE e S&D in ripresa
A livello generale sia le formazioni affiliate al Partito popolare europeo (PPE) sia le formazioni affiliate al Partito Socialista europeo (PSE) crescono in consenso, e quindi in deputati potenzialmente eletti: rispetto alle proiezioni elaborate dal Parlamento europeo l’ultima volta, entrambi gli schieramenti guadagnano sette seggi. Quindi se si votasse oggi (le elezioni europee si svolgeranno dal 23 al 26 maggio, ndr), il centro-destra europea porterebbe a Bruxelles 188 deputati, e il PSE 142. Per il PPE si tratta delle migliori proiezioni da quando il Parlamento UE ha iniziato questo esercizio bi-mensile di raccolta dei vari sondaggi condotti a livello nazionale nei 27 Stati membri dell’UE (non viene conteggiato il Regno Unito a causa della Brexit).
PPE e S&D (quest’ultima l’espressione del PSE a livello di gruppo parlamentare) si confermano dunque rispettivamente primo e secondo gruppo, ma comunque non in grado da soli di avere la maggioranza del Parlamento (353 seggi sui 705 complessivi). In caso di grandi coalizioni, che si renderanno indispensabili per controllare l’Aula e le commissioni, l’ago della bilancia si confermano i liberali (ALDE), che perdono qualcosina (-3 seggi, a quota 72). Sul gruppo ALDE permane l’incognita de La Republique En Marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron, conteggiato nel gruppo degli ‘altri’ ma che, con 22 deputati stimati, potrebbe confluire nella famiglia dei liberali europei.
Sempre se le elezioni si tenessero oggi, guadagnerebbero due parlamentari europei i Verdi (da 49 a 51), così come il gruppo della Sinistra Unitaria (per la GUE si passerebbe da 47 a 49 eletti).
Stabili gli euroscettici, pesa la frenata 5 Stelle
La peggiore performance in termini di intenzioni di voto la registra il gruppo EFDD, quello in cui siede attualmente il Movimento 5 Stelle. Pesa certamente l’assenza dei britannici dell’UKIP (non conteggiati per la Brexit), ma non da poco è la frenata dei pentastellati: a gennaio godevano del consenso del 25,9% degli italiani, adesso sceso al 20,9%. Un cambio che significa 18 europarlamentari invece dei 22 che si prospettavano pochi mesi fa.
L’insieme dei partiti non tradizionali rimane comunque stabilile. L’insieme dei gruppi ECR, EFDD e ELN continua ad a contare 144 deputati, come le precedenti proiezioni raccolte ed elaborate dal Parlamento europeo. Come detto a pesare è il forte rallentamento del gruppo dove siedono i 5 Stelle (- 9 seggi), compensato però dal lieve aumento dei gruppo dove siede la Lega di Matteo Salvini (ENL, + 2 seggi) e dai conservatori in cui siede il partito di governo polacco (ECR, +7 seggi).
La situazione in Italia
La Lega si conferma primo partito in Italia, con il 32,2% dei consensi e 27 europarlamentari potenziali in caso di voto immediato. Movimento 5 Stelle ancora seconda scelta per gli elettori italiani, ma di poco. Di fatto c’è un testa a testa con il Partito democratico: 20,9% per il partito di Luigi di Maio, 20,6% per quello di Nicola Zingaretti. Una situazione che si riflette nel numero di deputati eletti, lo stesso (18). Sale al 9,5% Forza Italia, che vede l’elezione di 8 europarlamentari, che diventano 9 con il candidato del Sudtirol Volks Partei (SVP). Raggiunge il 4,5% Fratelli d’Italia, che vorrebbe dire 4 seggi.