Brexit – Qualcosa si muove in Gran Bretagna, e il Parlamento europeo deve favorire questa riflessione, che potrebbe anche portare ad un ripensamento sulla Brexit. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha parlato con passione questa mattina ai deputati europei, perché secondo lui uno spiraglio per fermare la Brexit esiste, e va coltivato.
Tusk riferiva ai deputati a Strasburgo circa i risultati dell’ultimo Consiglio europeo, e la parte centrale è stata proprio il passaggio sulla situazione nel Regno Unito. Il presidente del Consiglio ha ricordato che “il 12 aprile è una data chiave”, uno spartiacque entro il quale “qualunque decisione può essere presa” dice Tusk: “accordo, no-deal, una lunga proroga o la revoca dell’articolo 50”.
Tusk ha ricordato che prima del Consiglio europeo, aveva detto “che dovremmo essere aperti a una lunga proroga se il Regno Unito desidera ripensare alla sua strategia Brexit, il che significherebbe naturalmente la partecipazione del Regno Unito alle elezioni del Parlamento europeo… poi c’erano voci che dicevano che questo sarebbe stato dannoso o scomodo per alcuni di voi”, ha detto ai deputati. “Permettetemi di essere chiaro – ha scandito dunque con decisione il presidente del Consiglio europeo – : questo modo di pensare è inaccettabile. Non si possono tradire i sei milioni di persone che hanno firmato la petizione per revocare l’articolo 50, il milione di persone che hanno marciato per un voto popolare o la crescente maggioranza di persone che vogliono rimanere nell’Unione europea. Potrebbero ritenere di non essere sufficientemente rappresentati dal Parlamento del Regno Unito, ma devono sentirsi rappresentati da voi in questa camera. Perché sono europei”.
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha preso la parola appena dopo di lui, e sul tema si è limitato a dire che “ha detto tutto Donald”. Il quale Donald, in replica al deputato britannico Nigel Farage il quale ha sostenuto in Aula che un referendum c’è stato e bisogna rispettare la scelta dei cittadini, che “quello del 2016 non è stato il primo referendum nel Regno Unito, ma ce ne fu un nel 1975 nel quale i cittadini decisero di aderire all’Unione europea, dunque, onorevole Farage, sia coerente”
Cambia dunque la strategie europea, non si parla più soltanto con la premier Theresa May, perché tutto può ancora succedere, anche che i cittadini britannici ci ripensino.