Bruxelles – Fanno parte della vita di tutti i giorni eppure restano ancora del tutto sconosciute, e lo sono sempre di più. Sono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), l’insieme delle tecnologie per permettono di comunicare con gli apparecchi di nuova generazione. Internet via cavo e senza fili, telefonia mobile: tutto è frutto delle ICT. Se i consumatori non mancano, i creatori languono.
Le imprese del settore fanno sempre più fatica a trovare persone capaci e competenti. Nel 2018, rileva Eurostat, oltre la metà delle società attive nell’UE (53%) ha dichiarato di aver avuto difficoltà a coprire i posti vacanti in azienda. Mancano gli specialisti, e il fenomeno è in crescita. Dal 2014 al 2018 la quota di datori di lavoro del comparto ad aver avuto difficoltà a trovare specialisti è aumentata sempre più. Da un problema per il 37% delle realtà imprenditoriali a un problema per il 53% di loro.
Lo sviluppo tecnologico sembra essere più rapido dei tempi di formazione di chi deve alimentare il traffico su internet e smartphone. Un problema che riguarda tutti, perché nel periodo 2014-2018 gli Stati membri dell’UE hanno visto crescere l’indice di difficoltà nel trovare persone capaci e competenti. Un problema che affligge anche le principale economie dell’Eurozona: Germania (il problema di reperimento di personale adatto è diventato un problema per il 64% delle imprese nel 2018, contro il 48% del 2014) , Francia (tasso di difficoltà di copertura dei posti vacanti passato dal 41% al 54%), e pure Italia (dal 29% al 50%).
Persino l’Estonia, Paese con la maggiore attenzione alle nuove tecnologie e per questo preso a ‘simbolo del digitale’ in Europa, fa fatica a governare lo sviluppo delle nuove tecnologie. Le imprese della repubblica baltica fanno sempre più fatica a trovare persone di cui hanno veramente bisogno, tanto che oggi questo è un problema per praticamente sei imprese su dieci (57%).
La situazione sembra essere frutto di un generale problema di sistema. Le imprese si aspettano di trovare personale già formata e fanno poca, pochissima formazione. Ma fuori dal mondo del lavoro non sembra esserci un adeguato sistema di formazione. L’istituto di statistica europeo rileva che durante il 2017 solo un’impresa su dieci (10%) tra quelle attive nell’UE ha fornito formazione professionale ai propri specialisti ICT, e appena due su dieci (20%) ha fornito formazione ICT per il proprio altro personale. Pubblico e privato si rimpallano la responsabilità dei costi di formazione, e il settore fatica a trovare le persone giuste.