Bruxelles – I Paesi dell’UE che decidono di mantenere l’ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di ottobre 2021. È quanto stabilisce la risoluzione legislativa approvato dai deputati europei con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Non è ancora una normativa europea, il cammino è ancora lungo, ma a questo punto dei tre legislatori UE due sono d’accordo, manca il parere dei governi, che sembrano meno decisi. I deputati oggi hanno sostenuto la proposta della Commissione di porre fine al cambio stagionale dell’ora, ma hanno votato per rinviare la data dal 2019 al 2021.
Gli italiani presenti hanno votato quasi tutti contro la proposta. A favore dell’abolizione del cambio dell’ora solare-ora legale hanno votato in 7: Raffaele Fitto (ECR), Barbara Spinelli (GUE), Herbert Dorfmann e Alessandra Mussolini del PPE, Michela Giuffrida e Patrizia Toia di S&D e Marco Affronte, dei Verdi.
La cosa però è complicata la libertà di scelta non dovrà portare a orari “a macchia di leopardo”, dunque i deputati chiedono che i Paesi UE e la Commissione coordinino le loro decisioni, per garantire che l’applicazione dell’ora legale in alcuni Paesi e dell’ora solare in altri non perturbi il mercato interno. A questo fine nella risoluzione si afferma anche che la Commissione può presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino al un massimo di 12 mesi se ritiene che le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno.
Questo testo rappresenta la posizione del Parlamento nei futuri negoziati con i ministri UE per la formulazione definitiva della normativa. Dunque c’è ancora della strada da fare.
Una discussa consultazione popolare promossa dalla Commissione europea, nella quale su circa 4,6 milioni partecipanti (3,5 milioni dei quali tedeschi, promotori dell’iniziativa) l’84 per cento si disse favorevole all’abolizione, ma erano quasi tutti, come atteso, cittadini tedeschi e di paesi nordici. Insomma, su cinquecento milioni di europei hanno partecipato in meno di cinque, l’uno per cento, percentuale risibile, e tra questi cinque, tra i cittadini, hanno deciso i tedeschi.
Secondo l’eurodeputato PD Nicola Danti “quella del cambio delle lancette è una tradizione che porta svariati benefici: giornate più lunghe, risparmi energetici, più attività all’aria aperta. La decisione di oggi è quindi abbastanza assurda: sono ben altre le cose di cui dovremmo occuparci per risolvere i veri problemi dei cittadini europei”. Danti rileva inoltre che “il testo approvato ha dei difetti importanti: non c’è garanzia che gli Stati membri si coordineranno, con il rischio che un viaggio tra Spagna, Francia e Italia comporti tre cambi delle lancette. Per non parlare poi dei risparmi energetici durante l’estate: quasi 100 milioni di euro all’anno per l’Italia”.
L’UE ha unificato per la prima volta le disposizioni relative all’ora legale nel 1980, al fine di garantire un approccio armonizzato al cambio dell’ora nel mercato unico. Prima di allora le pratiche nazionali relative all’ora legale e agli orari erano divergenti. La direttiva ora in vigore sull’ora legale impone agli Stati membri dell’UE di passare all’ora legale l’ultima domenica di marzo e di tornare all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.