Bruxelles – Non parlare mai del 2005 ad un milanista. A meno che non si trovi a Bruxelles. Perché è in quel momento che ‘il diavolo’ rosso-nero ha fatto la sua comparsa nella capitale della terra dei ‘diavoli rossi’. E da allora non l’ha più lasciata. Con i suoi quattordici anni di vita il Milan Club Bruxelles Paolo Maldini è uno dei club più longevi della città. “Abbiamo girato un po’, ma adesso ci ritroviamo ad Anderlecht”, spiega Domenico, il presidente del club.
Cafè Walcourt, a rue Walcourt, 107: è qui che si raduna l’armata rossonera. Armata nel vero senso della parola. “Abbiamo circa 300 iscritti”, confida il presidente. Non è una sorpresa, del resto. Il Milan ha da sempre un grosso bacino di tifosi, e non solo in Italia. “I nostri tifosi sono italiani, ovviamente. Ma abbiamo anche belgi, polacchi, tunisini. E i figli degli italiani emigrati in Belgio”. Non a caso sono state scelte due lingue ufficiali, l’italiano e il francese.
La natura del club dunque è mondiale. Perché guai a utilizzare la parola “internazionale” quando si parla di Milan.
Ufficiali dal 2005, attivi fin dal primo giorno. “Siamo appena stati a Milano per il derby…”, spiega Domenico. Non è andata bene. Ma questo non fermerà il club. “In genere ogni anno andiamo in Italia a vedere 5-6 partite come club, e anche le partite di coppa”. La più semplice da ricordare quella del 21 novembre 2012, l’incontro di Champions League contro l’Anderlecht ad Anderlecht. Praticamente un match giocato in casa, per il Milan Club Bruxelles Paolo Maldini, intitolato anche a Davide Licata, grande tifoso rossonero scomparso troppo presto.
Il club è un punto fermo, e attivissimo su Facebook. Per il l’immediato futuro si intende sviluppare il sito internet per dare ancora maggiori visibilità e ufficialità al circolo rossonero. Unico ostacolo il calcio moderno. “Prima non c’erano la pay-per-view, il decoder a casa… Ora c’è meno presenza, si tende a restare a casa”, lamenta Domenico. Qualcuno ‘tradisce’ il club. Ma finché non si perde la fede…