Bruxelles – Unione europea e Regno Unito stanno correndo contro il tempo per evitare un’uscita disordinata di Londra dal club a dodici stelle. E’ quella che si chiama in gergo ‘hard Brexit’, vale a dire una Brexit senza alcun tipo di accordo e di regole. “Le possibilità di uno scenario di no-deal sono sempre più probabili”, riconoscono oggi a Bruxelles, dove si invita a essere pronti al peggio.
La Commissione europea ha diramato a tutti i cittadini dell’Unione una serie di indicazione su quello che rischia di accadere nel caso in cui una hard Brexit dovesse verificarsi il 12 aprile, data di separazione fissata nel caso che non sia stato approvato questa settimana l’accordo di uscita trovato tra May e Bruxelles ma già bocciato due volte dal parlamento di Westminster (il 15 gennaio e il 12 marzo). In uno scenario che a Londra resta ancora confuso, quando troppe ipotesi (con il no-deal ad un estremo e un secondo referendum all’altro) sono ancora sul tavolo però non è possible parlare di certezze sulle date e sui modi.
Dai trasporti alle telecomunicazioni, in caso di no deal sono tante le cose che rischiano di accadere. Ecco gli avvisi dell’UE.
Torna il roaming in Regno Unito e per i britannici
L’UE in questa legislatura è stata in grado di abolire il roaming, l’insieme dei sovraccosti per le telefonate e l’utilizzo di internet da un Paese all’altro dell’Unione europea. In caso di Brexit senza accordo, “le aziende che forniscono servizi di comunicazione mobile, come chiamate vocali, messaggi di testo o dati, non saranno più vincolate dalle norme sul roaming dell’UE quando operano nel Regno Unito”. In pratica questo vuol dire che “queste società potrebbero applicare supplementi ai clienti del Regno Unito che utilizzano servizi di roaming nell’UE e ai cittadini dell’UE che utilizzano servizi di roaming nel Regno Unito”.
Erasmus a rischio
Anche in mancanza di un accordo di ritiro i programmi di mobilità studentesca e di formazione in corso e quelli già firmati verranno garantiti. Sono però a rischio gli scambi futuri.
La possibilità di studiare a titolo di Erasmus+ “dipenderà da un certo numero di fattori”, ricorda la Commissione europea, come ad esempio dalla condizione che il Regno Unito continui a contribuire al bilancio europeo nel 2019, dalle organizzazioni ospitanti del Regno Unito (l’università in questo caso) e dalla data in cui tali attività terminano (entro il 31 dicembre 2019 o successivamente). Il consiglio per tutti è di verificare direttamente presso l’università.
Problemi per le famiglie
In caso di mancato accordo, i cittadini britannici e i loro familiari non beneficeranno più dei diritti sulla libera circolazione. Lo status sarà disciplinato dalle norme dell’UE per i cittadini di Paesi terzi e dalle norme nazionali vigenti negli Stati membri.
In caso di cittadini britannici residenti in uno Stato membro dell’UE ma con figli o parenti in un altro Stato membro dell’UE, la libertà di circolazione conoscerà restrizioni. Il ricongiungimento familiare sarà determinato dalla legislazione nazionale e dalle norme dell’UE in materia.
Per i cittadini europei resta fermo il principio per cui tutto cambierà radicalmente dopo la data di recesso. Per chi mette piede su suolo britannico dopo tale data, l’eventuale ammissione sarà soggetta alle norme del Regno Unito in materia di immigrazione, previa richiesta di permesso di ingresso e/o soggiorno. I familiari di cittadini UE già residenti in Regno Unito potranno ricongiungersi alla persona in questione entro una determinata data: 29 marzo 2022 per i familiari stretti, 31 dicembre 2020 per gli altri familiari a carico. Dopo queste scadenze sarà necessaria la richiesta di un’autorizzazione sulla base delle leggi britanniche sull’immigrazione (più restrittive) che saranno in vigore all’epoca in cui presenteranno la domanda.
Viaggi e spostamenti meno agevoli
Sempre in caso di uscita disordinata, i cittadini britannici “saranno soggetti a ulteriori controlli”. In particolare, le guardie di frontiera potrebbero chiedere di fornire informazioni quali la durata e lo scopo del soggiorno, nonché di dimostrare i mezzi di sussistenza durante il soggiorno.
Per i cittadini britannici intendono recarsi sul continente diventerà necessario l’utilizzo del passaporto. L’UE ha concesso l’esenzione dell’obbligo di visto per chi intende rimanere nell’UE per un periodo massimo di 90 giorni, a patto che il Regno Unito faccia lo stesso con gli europei.
Per i cittadini europei intenzionati ad attraversare la Manica l’uso della sola carta d’identità sarà garantito fino al 21 dicembre 2020, poi scatterà l’obbligo di passaporto.
Scatta il controllo delle merci
Armarsi poi di pazienza. Per tutti bagagli e altri beni saranno soggetti a controlli doganali. Il Regno Unito può applicare requisiti simili ai cittadini dell’UE che entrano nel Regno Unito. Inoltre scatteranno tetti per certe tipologie di merci. Si applicheranno limiti a prodotti di origine animale (carne, latte, prosciutto o formaggio), denaro contante (non oltre 10mila euro), piante, prodotti vegetali o determinati animali. Potrebbero esserci restrizioni simili ai cittadini dell’UE che si recano nel Regno Unito.
“Centinaia di assunzioni nel settore delle dogane sono già state effettuate o sono in corso di esecuzione in Francia (700), Belgio (fino a 400) e Paesi Bassi (900)”, sottolineano a Bruxelles.
Quanto alla frontiera irlandese, senza accordo dovranno essere Londra e Dublino a definire accordi bilaterali per evitare la chiusura delle frontiere.
Meno rimborsi aerei
Cambiamenti immediati sono previsti per il trasporto aereo. Non cambia niente se si vola con una compagnia aerea dell’UE: i diritti dei passeggeri saranno garanti per i voli da un aeroporto del Regno Unito a un aeroporto nell’UE, e viceversa. Per i voli offerti da compagnie non-UE resteranno validi solo i diritti per le tratte da uno scalo comunitario a Londra, ma non sui voli dal Regno Unito verso un aeroporto dell’UE.
Nessuna copertura sanitaria in Regno Unito
Dato che con un no-deal tutte le legislazioni comunitarie decadranno e Londra non sarà più tenute ad osservarle, i cittadini dell’UE non potranno più accedere all’assistenza sanitaria nel Regno Unito con la loro tessera europea di assicurazione malattia.
Analogamente, per i britannici in Europa non sarà possibile accedere all’assistenza sanitaria in uno Stato membro dell’UE sulla base della tessera europea di assicurazione malattia.
Affari meno sicuri
Dopo la data di uscita, la legislazione dell’UE sulla risoluzione extragiudiziale delle controversie e la risoluzione delle controversie on-line non saranno più applicabili al Regno Unito. Non sarà più possibile utilizzare la piattaforma di risoluzione delle controversie online dell’UE per risolvere le controversie con i commercianti stabiliti nel Regno Unito.
Attenti alle vacanze
Informarsi bene prima di partire per il periodo del meritato riposo. In caso di prenotazioni fatte in agenzie di viaggio britanniche o con sede legale nel Regno Unito, se l’agenzia di viaggi nel Regno Unito non ha commercializzato il pacchetto turistico nel tuo Stato membro dell’UE, i diritti in quanto consumatore dipenderanno dalla legge del Regno Unito.