Bruxelles – Il giorno dopo aver dettato i tempi a Theresa May il Consiglio europeo ha formalmente approvato, con l’accordo della premier, le nuove scadenze per la Brexit, e si è fatto in modo che “la strada in cui rotola la palla è molto breve”, come ha detto in una battuta Jean-Claude Juncker, a proposito del pallone rigettato ieri nel campo britannico.
Con le nuove scadenze, così come in realtà era anche prima, perché in questa partita non cambia mai niente oramai da mesi, “tutto resta possibile, anche la revoca dell’articolo 50”, ha sentenziato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, confermando che “il destino della Brexit è nelle mani degli amici britannici”. L’Unione resta “pronta a tutto, ma speriamo sempre nello scenario migliore, la speranza è l’ultima a morire”, ha concluso Tusk.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ritiene che quello raggiunto “è un buon accordo” e preferisce adesso guardare oltre, perché, spiega nella conferenza di fine summit, “il progetto europeo non può rimanere ostaggio di questo soggetto”. Bisogna essere pronti a quello che succederà, e in Francia “siamo pronti, sia che ci sia un esito positivo sia che ci sia un no-deal”. Quindi avverte: con la Brexit “abbiamo una crisi politica senza precedenti nella nostra democrazia, con una classe dirigente che non trova i mezzi e le maggioranze per attuare le scelte dei cittadini”. in altre parole, “abbiamo uno scontro tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta”.