Roma – “Siamo in famiglia, informerò i partner su quello che stiamo facendo, ma non c’è nessun problema, l’Italia non deve convincere nessuno”. A Bruxelles Giuseppe Conte parla del memorandum con la Cina che sarà firmato sabato a Roma e assicura che non c’è nulla da temere. Un dossier che il premier italiano difende con determinazione, sostenuto dal ministro degli Esteri Enzo Moverò Milanesi ma soprattutto dal Quirinale. Con la “solida amicizia” tra i due Paesi, benedetta dal Presidente Sergio Mattarella, l’operazione ‘Via della Seta’ prende il largo, con la diplomazia che preferisce valorizzare le opportunità economiche ai dubbi di alcuni che temono gli artigli del dragone.
A Roma è già atterrato il presidente Xi Jinping, che vedrà le più alte cariche dello Stato e sabato a Villa Madama, firmerà con Conte il cosiddetto “memorandum” o “intesa programmatica” come l’ha definita il premier. Una visita preparata con tutte le attenzioni diplomatiche, compresa l’intervista ai media cinesi rilasciata dal capo dello Stato Sergio Mattarella. “L’Italia vede, da tempo, nella Cina non solo un proprio partner economico di primissimo piano, ma anche un motore dell’economia e del commercio mondiale.
L’Italia sostiene convintamente l’assetto, multilaterale e realmente aperto, degli scambi globali, anche nella sua qualità di membro fondatore dell’Unione Europea”. Parole non casuali che mettono il sigillo a un’operazione che in vari ambienti a fatto storcere il naso. A Bruxelles il più critico è il presidente del Parlamento Antonio Tajani che oggi è tornato sull’argomento giudicando l’intesa un “gravissimo errore” e avanzando forti timori per la sicurezza delle comunicazioni e sullo standard 5G. “Chi progetta e costruisce queste infrastrutture, ottiene potenzialmente il controllo su moltissime funzioni, non solo di natura commerciale”. “Prima di affidarsi a tecnologie e aziende cinesi, sono necessarie analisi e controlli” avverte Tajani che insiste nella necessità “di fare accordi a livello europeo” e confrontarsi anche con gli USA.
Motivi che spingono il suo partito, Forza Italia, a chiedere un pronunciamento specifico del Parlamento al progetto ‘Belt and Road’ che tuttavia ha avuto un primo via libera della maggioranza alla vigilia della partenza di Conte per il Consiglio Europeo dove il dossier UE-Cina è in agenda per preparare il summit del 9 aprile.
L’intesa tra Roma e Pechino secondo gli obiettivi del governo punta a recuperare il gap di export rispetto agli altri partner, raggiungendo almeno i 20 miliardi di euro che poi sono i numeri della Francia. “Nessuna intenzione di vendere i nostri porti ma diamo la possibilità di investire ad alcune società cinesi che sono già Europa” ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, che per l’esecutivo ha lavorato al dossier.
La visita ufficiale in Italia del presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping, dieci anni dopo di quella del predecessore Hu Jintao, prevede incontri con i due presidenti delle Camere, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico e nella serata il pranzo di Stato al Quirinale offerto dal Presidente Mattarella, cui seguirà un concerto nella cappella Paolina. Il giorno dopo ci sarà la firma del memorandum nell’ambito della Belt and Road, la nuova Via della Seta, per poi volare a Palermo per una visita privata. Il viaggio in Europa del leader cinese proseguirà poi a Monaco e Parigi.