Bruxelles – L’operazione militare navale europea contro la tratta degli esseri umani rischia di essere chiusa. Sophia, lanciata nel 2015 allo scopo di scardinare i flussi dei migranti, necessita di un nuovo accordo per poter continuare a essere operativa. Le autorità italiane però non sembrano lavorare in tal senso, e l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Federica Mogherini, non nasconde la preoccupazione.
“In assenza di un accordo l’operazione verrà terminata”, ricorda al termine della riunione dei ministri degli Esteri dell’UE. “Auspico che un accordo venga trovato, ma in questo momento non vedo movimenti in tal senso”. Vuol dire che “stando così le cose l’operazione cesserà” a fine mese, momento di scadenza programmata di Sophia.
Alla base delle resistenza italiane ad un rinnovo dell’operazione navale europea il fin qui mancato cambio delle regole. L’Italia chiede che ci siano regole precise di distribuzione delle persone intercettate in mare, con sbarchi da effettuare non solo in porti italiani ma su moli di altri Stati membri dell’UE. L’assenza di passi avanti significativi avrebbe generato frustrazioni nel governo Conte.
Lasciar decadere l’operazione nel mar Mediterraneo vuol dire mettere a rischio la strategia UE per la gestione dei flussi. Sophia, nel corso del tempo, è stata incaricata di altre funzioni tra le quali l’addestramento della guardia costiera libica e al controllo del traffico di armi oltre le acque nazionali libiche. Quindi per il governo italiano non rinnovare la missione vorrebbe dire incidere sugli aspetti della sicurezza.