Bruxelles – L’UE deve prepararsi ad adottare ulteriori sanzioni e a limitare la cooperazione bilaterale nel caso in cui la Russia continui a violare il diritto internazionale. E’ quanto afferma una risoluzione del Parlamento europeo sulla valutazione dello stato delle relazioni politiche UE-Russia, approvata con 402 voti favorevoli, 163 contrari e 89 astensioni.
I deputati hanno rilevato che, dal 2015, sono emerse nuovi tensioni tra L’UE e la Russia, tra cui l’intervento russo in Siria e l’ingerenza in Paesi come la Libia e la Repubblica Centrafricana. Hanno inoltre sottolineato il sostegno del Cremlino ai partiti anti-europeisti e ai movimenti di estrema destra, ad esempio in Ungheria, e come il Paese continui a interferire nelle elezioni politiche e a violare i diritti umani su proprio territorio.
Il Parlamento ribadisce che l’UE dovrebbe essere pronta ad adottare ulteriori sanzioni contro la Russia, in particolare contro individui. Le sanzioni dovrebbero essere proporzionate alle minacce poste dalla Russia. Nel dicembre scorso, il Consiglio ha prorogato le sanzioni economiche fino al 31 luglio 2019.
L’UE dovrebbe rivedere il suo attuale accordo di partenariato e cooperazione (APC) con la Russia e limitare la cooperazione ai settori di interesse comune come il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e la lotta al terrorismo richiedono un impegno selettivo.
Nella risoluzione si afferma che una più stretta collaborazione sarà possibile solo se la Russia attuerà pienamente i cosiddetti accordi di Minsk per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale e inizierà a rispettare il diritto internazionale.
I deputati hanno inoltre condannato le campagne di disinformazione e gli attacchi informatici attuati dai servizi segreti russi, volti ad accrescere le tensioni all’interno dell’UE, esprimendo profonda preoccupazione per il fatto che la reazione dell’UE alle campagne di propaganda e agli attacchi diretti di disinformazione di massa russi sia stata insufficiente e debba essere ulteriormente rafforzata, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee del maggio 2019.
Hanno evidenziato, in tale contesto, la necessità di incrementare notevolmente i finanziamenti e le risorse umane della Task Force East StratCom.
I deputati hanno ribadito la loro preoccupazione per il fatto che il progetto Nord Stream-2 potrebbe rafforzare la dipendenza dell’UE dalle forniture di gas russo e minacciare il mercato interno dell’UE.
I deputati hanno infine condannato le attività finanziarie illecite e il riciclaggio di denaro sporco da parte della Russia, che potrebbe ammontare a miliardi di euro e che costituisce una minaccia per la sicurezza e la stabilità europea. Gli Stati membri dovrebbero cessare i programmi “golden visa”, di cui beneficia l’oligarchia russa. La relatrice Sandra Kalniete (PPE, LV) ha affermato che “il tempo per un linguaggio cortese e diplomatico è finito. C’è poco spazio per una cooperazione finché la Russia continua ad occupare parti dell’Ucraina e attaccare altri Paesi europei”.
Fermamente contrario a questa risoluzione è l’eurodeputato della Lega Mario Borghezio il quale si chiede “che senso ha affermare, come si legge nel Comunicato Stampa ufficiale del Parlamento Europeo, che ‘La Russia non può più essere considerata un partner strategico’? Ma vi è di più e di peggio, se consideriamo le dichiarazioni testuali della relatrice del provvedimento, la lituana Sandra Kalniete, secondo cui ‘il tempo per un linguaggio cortese e diplomatico è finito’ e ‘c’è poco spazio per una cooperazione’. Chi tiene simili atteggiamenti – conclude Borghezio – alimenta purtroppo le peggiori tensioni, in prospettiva anche militari, oltre a nuocere gravemente ai rapporti economici con un partner, la Russia, che tutti gli operatori europei considerano ineludibile”.