Bruxelles – Dagli ultimi dati Eurostat si evince che l’Unione Europea al 2017 gestiva il 12% della produzione mondiale di cereali. E se è vero che rispetto al picco del 2014, in cui l’UE aveva prodotto circa 333 milioni di tonnellate di cereali, ad oggi siamo ancora in negativo, con circa 310 milioni di tonnellate, la coltivazione di questi alimenti fa intravedere piccole riprese su base annua, con un +2,7% rispetto al 2016. Questo nonostante la grande siccità che negli ultimi anni ha colpito il vecchio continente, il quale ha perso oltre 1,6 milioni di ettari di terre coltivabili.
Grano e farro occupano i primi due posti della classifica rappresentando circa il 46% della produzione, cui seguono mais (21%) ed orzo (19%). Il resto dei cereali si attesta al 14%.
La Francia si conferma ancora una volta come il più grande granaio dell’Unione Europea con un raccolto di circa 73 milioni di tonnellate. Di cui 36,5 rappresentate da grano e farro, 12,1 da orzo e 14,5 dal mais.
Primato alla Polonia per la produzione di segale e avena, con rispettivamente 2,9 e 1,5 milioni di tonnellate prodotte. Meno rilevante l’Italia, che fa registrare qualche numero importante solamente sulla produzione del mais, con circa 6 milioni di tonnellate. Più in generale, Roma segue il trend europeo al ribasso, passando da una produzione cerealicola di 19 milioni di tonnellate nel 2014 a 16 milioni nel 2017.