Roma – Via libera delle Camere alla nomina di Paolo Savona alla presidenza della CONSOB. Al voto richiesto alle commissioni del Parlamento, seguirà ora una nuova deliberazione del Consiglio dei ministri e la firma del decreto da parte del Presidente della Repubblica. Ieri il parere (non vincolante) del Senato, oggi quello della Commissione finanze di Montecitorio dove l’ex ministro ha ottenuto più voti di quelli richiesti, con Forza Italia che ha votato con la maggioranza gialloverde.
Nonostante questo, la strada di Paolo Savona verso la CONSOB non è stata per nulla in discesa. A oltre un mese dalla prima indicazione di Palazzo Chigi sono sorti numerosi scogli, quasi tutti riconducibili al profilo del candidato che passerà direttamente da una carica di governo a un ente vigilante. Ostacoli tra i quali un conflitto d’interesse, per la sua partecipazione fino a pochi mesi fa al fondo d’investimento Euklid, che ne comprometterebbe l’indipendenza richiesta per un organo di vigilanza finanziaria. Altri elementi d’incompatibilità sono stati sollevati dall’Autorità nazionale anticorruzione che ha dato parere negativo alla nomina che però non è stato ritenuto vincolante.
L’ultimo inciampo di Savona invece è di pochi giorni fa quando è emerso che durante il suo incarico di ministro ha acquistato 300 copie del suo libro “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”, per una spesa di 3.500 euro a carico dei cittadini. Una vicenda da cui nasce qualche dubbio sul suo grado d’indipendenza.
Ora, dopo la nomina ufficiale, resta il problema della sua sostituzione a capo degli Affari europei che in questa fase è stato affidato ad interim al premier Giuseppe Conte. Una supplenza non più rinviabile, anche in considerazione delle nuove procedure d’infrazione dell’UE scattate oggi, che non sono altro che la principale competenza della delega ministeriale che era di Savona.