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    Home » Politica » Brexit, il punto non in agenda che dominerà il vertice dei leader di primavera

    Brexit, il punto non in agenda che dominerà il vertice dei leader di primavera

    Formalmente il 21 e 22 marzo si discute di tutt'altro. Ma l'entità delle decisioni lascia spazio alla discussione della questione britannica, a ridosso dell'addio di Londra a oggi ancora senza regole

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    7 Marzo 2019
    in Politica

    Bruxelles – Il vertice del Consiglio europeo porterà con sé la primavera, e molta più Brexit di quanto sia ufficialmente in agenda. Il 21 e il 22 marzo i capi di Stato e di governo si ritroveranno a Bruxelles per discutere di occupazione e crescita, cambiamenti climatici, politica estera e disinformazione. Gli addetti ai lavori fanno sapere che non sarà un vertice di quelli decisivi. Non si risolveranno le sorti dell’UE su questi dossier, non in questo appuntamento. Si parla di conclusioni “leggere”. Anche per questo la questione dell’addio britannico potrà trovare posto nell’agenda dei lavori, dove formalmente ancora non c’è.

    Il 29 marzo, una settimana esatta dopo la fine del summit dei leader, l’appartenenza del Regno Unito al gruppo terminerà. A meno di accordi, che al momento non ci sono e appaiono molto distanti. Londra insiste col chiedere backstop (garanzia minime per il funzionamento della frontiere irlandese) a tempo, con una data di scadenza, se non addirittura niente backstop. Richieste irricevibili per l’Ue, che non intende riaprire il negoziato.

    Per l’Ue l’unica possibilità per evitar backstop è mettere il Regno Unito nella stessa unione doganale, una cosa che non vuole il fronte duro e puro di chi vuole tagliare i ponti con l’Ue. L’impasse è totale, e il rischio di uscita disordinata, senza alcun accordo (hard Brexit), appare ormai inevitabile.

    Tra pochi giorni, il 12 marzo, il Parlamento di Westminster tornerà a esprimersi sulle condizioni di ritiro così come offerte dall’UE e negoziate dalla premier britannica Theresa May. Il punto è che l’Unione non ha molto da offrire al di là di allegati che spieghino meglio cosa vuol dire e come si applica l’accordo comunque già rifiutato dai deputati d’oltre Manica.

    Ma le cose si stanno mettendo male. Il tempo stringe e non si trovano via d’uscite. Gli incontri avuti finora, al di là del contesto cordiale, non hanno prodotto risultati. Il negoziatore capo dell’UE, Michel Barnier, ha confidato al collegio dei commissari che le discussioni sono “molto difficili”. Se tutto questo dovesse persistere una decisione a livello di leader diventerebbe inevitabile. Insomma, la Brexit sarà il vero piatto forte del prossimo vertice, allo stato attuale l’ultimo del Regno Unito.

    Tags: brexitconsiglio europeohard brexitMichel Barnierquestione irlandeseTheresa MayueUnione doganale

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