Bruxelles – Viktor Orban e il suo partito Fidesz hanno tempo due settimane per chiedere scusa, e finirla con la campagna anti-PPE. Se per quella data non sarà fatta “chiarezza” una volta per tutte, “la sola opzione sarà di escludere il partito dal PPE”. Firmato: Manfred Weber. Il capogruppo in Parlamento Ue e candidato alla presidenza della Commissione europea, rompe il silenzio mantenuto finora sulla vicenda Orban e pone l’aut-aut.
Il futuro di Viktor Orban e del suo partito, Fidesz, all’interno del PPE, è dunque sempre più in bilico. Il leader ungherese è sempre più nell’angolo. All’interno del partito popolare europeo cresce la fronda di quanti chiedono l’espulsione del membro est-europeo. Il centro-destra europea è in fermento e rischia di esplodere, e si fa sempre più fatica a tenerlo insieme. Weber è dunque costretto all’ultimatum. In una lettera indirizzata al presidente del partito, Joseph Daul, Weber fa presente che la questione Fidesz sarà discussa il prossimo 20 marzo, prima del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Sarà quello il momento della verità
Weber ricorda che anche Fidesz ha sostenuto la sua candidatura per la successione di Jean-Claude Juncker alla testa dell’esecutivo comunitario, e che allo stesso tempo il partito di Orban ha sostenuto la Risoluzione sui valori del PPE. “Ho avuto la speranza di unità. Tuttavia, questa speranza è svanita a causa degli sviluppi degli ultimi giorni e settimane”. Gli attacchi continui e ripetuti a Juncker e al PPE che rappresenta.
“Gli attacchi contro altri membri del PPE (“idioti utili”) danneggiano gravemente l’unità del nostro partito”, lamenta Weber. “Essi danneggiano malamente l’eredità dei nostri padri fondatori, come Konrad Adenauer, Alcide de Gasperi e Robert Schuman, così come quelli di Helmut Kohl e Wilfried Martens”. Weber chiede quindi passi indietro. Chiede l’immediato ritiro di tutti i manifesti che attaccano Juncker, chiede garanzie che per il futuro comportamenti simili non si ripetano, e chiede “chiarimenti” sulle questioni pendenti riguardanti l’Università dell’Europa centrale di George Soros.
Intanto dal Parlamento europeo arrivano le pressioni dell’opposizione. “La richiesta di ben dodici partiti europei appartenenti al PPE di espellere Fidesz dal partito e dal gruppo rappresenta una vera e propria mozione di sfiducia alla leadership” di Weber, sostiene il vicepresidente del Parlamento europeo Ue, Fabio Massimo Castaldo.