Roma – Sui rimborsi per i risparmiatori “attendiamo chiarimenti dal governo italiano”. Per Bruxelles il funzionamento del fondo sugli indennizzi inserito nella legge di bilancio 2019 non sembra avere gli strumenti giusti per evitare i rimborsi generalizzati. “Si tratta di meccanismi su cui abbiamo sufficiente esperienza e chiediamo ulteriori dettagli”, ha detto stamani la Commissaria per concorrenza Margrethe Vestager, in audizione davanti a diverse commissioni di Camera e Senato. Sarebbe questa la ragione per cui i rimborsi sono attualmente fermi, in attesa delle risposte che l’esecutivo italiano deve ancora fornire. Vestager ha incontrato subito dopo il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Giovanni Tria che probabilmente l’hanno informata sull’orientamento del governo. Con i giornalisti, invece, nessun incontro.
“Se fosse possibile, dovrebbero essere le stesse banche a risarcire i risparmiatori”, ha detto la Commissaria, riferendosi agli investitori che non hanno avuto informazioni sufficienti. Se però questo non accade “lo Stato può metter in campo strumenti, ma deve essere chiaro che serve una prova per stabilire che c’è stata una truffa”. Un onere che nei precedenti provvedimenti era a carico dell’arbitrato Consob e che invece è sparito dal nuovo testo del fondo indennizzi che ha una dotazione di 1,575 miliardi di euro. Per evitare lo stop, con conseguente avvio della procedura d’infrazione per aiuti di stato, “i chiarimenti” potrebbero essere inseriti nei decreti attuativi che l’esecutivo deve varare. Dai compiti a casa, ai voti buoni per i progressi fatti sui crediti non esigibili che in Italia sono calati in tre anni del 47%: “Un risultato importante perché le banche possono di nuovo finanziarie i cittadini e le imprese”.
In materia di concorrenza tra i temi più caldi che riguardano l’Italia, c’è il dossier Fincantieri- STX, sul quale però Margrethe Vestager non si è sbilanciata, limitandosi a dire che “si tratta di un ricorso che raramente viene preso in esame”. Un’operazione che “potrebbe avere impatti negativi a livello interno”. Tuttavia “è troppo presto per dare valutazioni, ma ogni decisione sarà presa senza tenere conto della bandiera e della nazionalità delle aziende, perché le nostre valutazioni dovranno reggere al vaglio dei tribunali”.
La Commissaria per la concorrenza resta fuori dalla mischia anche sulla Torino-Lione, una decisione che riguarda “i governi italiano e francese che dovranno valutare come procedere. Se uno non ha interesse a proseguire, allora c’è una conseguenza sull’allocazione delle risorse”.
Rispondendo a una ventina di domande di deputati e senatori, Vestager ha confermato la sua fama di donna inflessibile di fronte di ogni distorsione del mercato, spiegando che la vigilanza per il rispetto delle regole della concorrenza “è sempre al servizio dei cittadini”. Dunque, “banche tedesche trattate come quelle italiane”, così come le grandi fusioni alcune delle quali sono state bloccate per evitare un aumento dei prezzi o un danno per le piccole aziende fornitrici.
Molto sentito il tema della fiscalità differenziata che nel mercato unico favorisce le delocalizzazioni. La Commissaria ha spiegato che l’unione fiscale è un tema in agenda, che la Commissione ha una sua proposta, che però necessita dell’accordo degli stati membri. Sul punto ha ricordato che le condizioni favorevoli e la competitività per le imprese, non sono solo tasse basse ma soprattutto infrastrutture materiali e digitali, burocrazia ridotta e personale qualificato.