Bruxelles – Scoperto un nuovo giacimento di gas da oltre 220 miliardi di metri cubi dall’americana ExxonMobil nella zona a sud-est dell’isola di Cipro. Considerato da Giorgios Lakkotrypis, ministro dell’Energia della stessa Isola, come tra i più grandi mai rilevati negli ultimi anni. Proprio le floride prospettive economiche su tale riserva di gas naturale generano attrito con il governo di Ankara, che ancora una volta rivendica i suoi diritti su alcune delle aree di mare cipriote, non riconoscendo formalmente la repubblica dell’Isola, e che già una volta ha causato problemi con il governo di Roma per il blocco dei lavori iniziati dalla compagnia italiana ENI nel febbraio del 2018 sempre nelle acque territoriali cipriote.
Il valore del giacimento si attesterebbe secondo un comunicato rilasciato dalla stessa Exxon tra i 30 ed i 40 miliardi di dollari ed è situato nel blocco 10 della Zona economica esclusiva di Cipro. Tuttavia, la Turchia preme sul governo filo europeo al fine di evitare che vengano prese decisioni unilaterali, e lo stesso portavoce del ministero degli Esteri turco, Hami Aksoy, afferma che le esplorazioni portate avanti nell’area non contribuiscono alla stabilità politica della regione. Queste le sue parole: “Approfittiamo di questa opportunità per ribadire il nostro ammonimento nei confronti delle aziende coinvolte nelle attività di esplorazione e sfruttamento unilaterale nei territori sotto l’amministrazione Greco-Cipriota”.
La scoperta non porta solo a nuovi equilibri geopolitici nel Mediterraneo, ma estende la sua influenza anche ai rapporti con Mosca. Una volta che il giacimento sarà attivo e funzionante, vi è la possibilità che questo vada ad influire sugli accordi tra Europa e Russia sui prezzi del gas. Inoltre, anche se in minima parte, tale giacimento potrà liberare l’Europa dalla sua dipendenza dal gas Russo, il quale conta per circa il 38,5% dell’importazione totale nel vecchio continente.
Cipro, dunque, si sta trasformando sempre più da una fonte di problemi per i rapporti con la Turchia, ad un’area economicamente e geopoliticamente importante per il futuro della sicurezza energetica europea.