Roma – In Italia il giudizio del “country report” della Commissione, provoca al massimo un’alzata di spalle o poco più. Da Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte si dice convinto delle scelte fatte e contesta “il rapporto che contiene delle stime di crescita che sottovalutano decisamente l’impatto delle misure economiche che abbiamo varato e che si dispiegherà nei mesi a venire”. Anche Di Maio, liquida in modo frettoloso la bocciatura di Bruxelles, aggiungendo che “il quadro europeo è cambiato, la produzione tedesca si è fermata e soffriamo perché siamo un’economia fondata sull’export”.
La difesa del governo finisce qui, nessun accenno alle critiche principali che riguardano quota 100 e il reddito di cittadinanza, così come per le richieste di correzione della rotta. Ci si attendeva qualcosa di più almeno dal ministro dell’Economia Giovanni Tria chiamato oggi a riferire in commissione al Senato sugli esiti dell’ultimo Ecofin del 12 febbraio. L’audizione riguardava il dossier negoziale sulla vigilanza del sistema finanziario e l’antiriciclaggio, e così il ministro evita il confronto. Se la cava giudicando il report come un ingerenza, una replica puntigliosa, ricordando che “secondo anche le regole europee, nessuno può entrare nel merito delle scelte di politica economica e delle singole misure dei Paesi membri. In ogni caso non c’è stata una discussione sulla nostra legge di bilancio negli ultimi Ecofin e nell’Eurogruppo”.
Giornata propizia per sparare comunque contro i partner europei, e alle domande dei senatori relative alla necessità di modificare il meccanismo del ‘Bail-in’, Tria dice che quando fu adottato, gran parte dei ministri erano contrari. Poi alza il tiro e racconta che il titolare di allora, Fabrizio Saccomanni “fu ricattato dalla Germania” con la minaccia che “se l’Italia non avesse accettato, si sarebbe diffusa la notizia che il nostro Paese aveva il sistema bancario prossimo al fallimento”. A proposito del ‘Bail-in’ Tria “condivide chi ne chiede l’abolizione” ma è scettico sulla possibilità che questo posso avvenire in tempi brevi.
Il giudizio severo, e la conseguenza richiesta di misure correttive, della Commissione europea non scalfiscono le convinzioni della maggioranza di governo. Dall’UE “non perdono il vizio di voler imporre politiche di austerity, tagli indiscriminati e macelleria sociale e continuano a difendere la legge Fornero”, si legge in una nota dei parlamentari del M5S. “Per noi l’obiettivo rimane quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini e Quota 100 rimane una riforma importante e imprescindibile, che permetterà a migliaia di lavoratori di andare finalmente in pensione”.