Bruxelles – “Invece di parlare a noi, i politici dovrebbero parlare agli scienziati. Io voglio diffondere il messaggio, voglio mettere pressione, così che le persone al potere possano essere spinte a fare qualcosa”. Greta Thunberg la sedicenne svedese che lotta per il clima riuscendo ad attirare l’attenzione da ogni parte del mondo oggi era a Bruxelles, per partecipare ad alcuni eventi ed in particolare (protetta da poliziotti e circondata da giornalisti) alla marcia settimanale dei giovani belgi per la difesa dell’ambiente. E’ da sette giovedì che nella capitale belga i ragazzi scendono in strada, ed anche le severe scuole locali permettono, vista la qualità dell’impegno, ai ragazzi più grandi di andare, e ne giustificano l’assenza dai corsi.
Per Greta Thunberg è stato invece un cambio della routine, lei che da agosto salta la scuola ogni venerdì per andare a protestare davanti al Parlamento svedese. E ai ragazzi dice che quello che hanno davanti “è il nostro futuro, dunque dobbiamo scegliere se vogliamo impegnarci o no, e non dobbiamo permettere a nessuno di impedircelo. Dobbiamo far sentire le nostre voci”.
“Mi sembra incredibile, ma è successo così velocemente… centinaia di migliaia di ragazzi da tutto il mondo si attivano per il loro futuro, e stiamo facendo sentire la nostra voce, sono molto speranzosa”, dice in conferenza stampa.
Uno degli impegni della giornata è stato partecipare all’incontro con la società civile promosso dal Comitato economico e sociale europeo, del quale è stata la protagonista assoluta, prendendo la parola senza peli sulla lingua davanti al presidente Luca Jahier, alla presenza del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Dopo di lei è stato il lussemburghese a parlare, ed a chi al termine della mattinata le chiedeva se nei discorsi dei politici ascoltati questa mattina c’era qualcosa che la facesse pensare che si sta andando nella giusta direzione Thunberg ha risposto con semplice “no”.
“Le persone ci dicono sempre che sperano tanto che i giovani riusciranno a salvare il mondo. Ma non possiamo, semplicemente perché non c’è abbastanza tempo per intervenire che ci permetta di crescere e prendere in mano la situazione”, ha detto, tra l’altro, con la sua voce pacata, ma ferma.
Thunberg invita ad ascoltare gli scienziati: “Molti politici non vogliono parlare con noi… bene, neanche noi vogliamo parlare con loro. Noi stiamo solo ripetendo quello che gli scienziati dicono loro da decenni. Non abbiamo manifesti da difendere, ascoltare la scienza è la nostra richiesta”. E poi racconta che in questi mesi ha sì incontrato alcuni leader politici, “ma nessuno ha preso impegni concreti”, per la lotta al cambiamento climatico.
“La crescente ampiezza delle marce per il clima a Bruxelles e in tutta Europa dimostra che la pressione sulla politica sta aumentando: noi vogliamo mostrare il nostro sostegno a questa che non è più solo la battaglia degli ‘ambientalisti’, ma diventa una vera rivendicazione globale che cresce a dismisura. Oggi è venuta a unirsi alla marcia a Bruxelles anche la stessa creatrice degli ‘scioperi per il clima’, Greta Thunberg”, ha commentato la co-presidente del Partito Verde Europeo Monica Frassoni poco prima della partenza della marcia di oggi.