Bruxelles – Comunque vada non sarà un successo. Anche in caso di una Brexit ‘ordinata’ per il sistema di controllo delle merci in entrata e uscita dal Regno Unito ci saranno comunque problemi. Pierre Moscovici non si nasconde. In veste di commissario responsabile per le Dogane, uno dei settori di sua competenza con politiche economiche e fiscalità, ammette che “nessuno può sapere cosa succederà” con l’uscita di Londra dall’Ue, “ma l’impatto sulle dogane sarà rilevante”.
Ascoltato in commissione Mercato interno del Parlamento europeo, Moscovici sottolinea che “la situazione non è facile in caso di mancato accordo per l’uscita, ma non è che con un accordo la situazione sia semplice”. Sarà dunque un problema. Sarebbe meglio per tutti trovare un accordo, allora, visto che senza regole concordate dal giorno uno di Brexit “in caso di mancato accordo tutti i beni britannici verrebbero trattati come beni extra-comunitari”. Vuol dire imposizione piena dell’Iva e dazi.
L’accordo per l’uscita raggiunto a fatica tra i negoziatori di Bruxelles e Londra ma bocciato dal Parlamento di Westminster “rimane il modo migliore per un’uscita ordinata” del Regno Unito, insiste Moscovici, secondo cui “in questo momento lo scenario di mancato accordo è il più probabile”.
Proprio oggi la premier britannica Theresa May è attesa nella capitale dell’Ue per incontrare il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Non è presentato come l’incontro della svolta, e addirittura l’esecutivo comunitario si mette in trincea. “Il momento è delicato”, sottolinea il capo del servizio dei portavoce, Margaritis Schinas, che non offre alcun elemento in materia. Si vuole evitare di rischiare di pregiudicare le trattative in corso per cercare di uscire dall’impasse in cui le due parti si sono ritrovate dopo la bocciatura della bozza di accordo di uscita.