Bruxelles – Insieme per cambiare l’Europa e rilanciarla, perché “se si continua con la politica del ‘facciamo un pochino meglio quello che sappiamo fare’ le forze anti-europee hanno già vinto”. Insieme, per quanti vogliono starci. Con la libertà di sedere in gruppi diversi. Ecco il patto di +Europa per le elezioni europee e oltre, come spiegato a Eunews da Alessandro Fusacchia, deputato di +Europa eletto nella circoscrizione Europa. La strada è ancora lunga. Manca poco al voto di maggio, eppure molte sono le cose da fare. Come chiudere le liste elettorali, e lavorare alle alleanze.
Eunews: Le proiezioni diffuse dal Parlamento europeo dicono che siete al 3,3%. Come si arriva al 4%? Con chi vi alleate?
Fusacchia: “Intanto diciamo che dall’analisi che si può fare è che l’ALDE giocherà un ruolo nel prossimo Parlamento europeo, e noi contiamo di muoverci in questo scenario. Per quanto riguarda l’Italia, siamo scettici circa un accordo con il PD. Il manifesto di Calenda riteniamo che vada nella direzione giusta, così come riteniamo che Calenda prezioso, ma non può dire che solo lui offre la luce. Allo stesso tempo abbiamo detto che +Europa è una piattaforma aperta. L’assemblea ha approvato varie mozioni. Una di queste prevede il dialogo con l’Italia in Comune di Federico Pizzarotti e i Verdi, e dall’altro con Volt”.
E: Semmai si dovesse fare un’alleanza di questo tipo cosa dobbiamo aspettarci? I verdi accetterebbero di sedere con l’ALDE?
F: “Non so se si arriva a questa intesa. Ma in caso i candidati di +Europa siederanno nell’ALDE e quelli dei Verdi nei Verdi, ma con un’agenda comune”.
E: Insisto su questo. Scettici sul PD, non sa se ci sarà intesa con gli altri partiti menzionati. Come si arriva allora al 4% necessario per eleggere deputati?
F: “Non sono certo che in politica 3,3% + 0,7% sia uguale a 4%. Quando si fanno cartelli si perdono degli elettori propri, e se ne guadagnano altri. Da una parte c’è la parte relativa all’ecologismo che è sicuramente interessante. La seconda cosa importante sono i candidati. Vogliamo liste con nomi competitivi, con nomi capaci di trainare”.
E: Contate di attingere tra gli scontenti del Movimento 5 Stelle?
F: “Non credo che sarà il principale bacino di scontenti da cui attingere. Credo piuttosto che il principale bacino da cui attingere sia quello di chi non vota o sta pensando di non votare. E’ possibile che si possa fare presa anche su una parte del PD. Poi è chiaro che c’è una certa insofferenza tra le fila dei 5 Stelle, io questo lo vedo in Parlamento”.
E: Il popolare Manfred Weber è un buon candidato per la Commissione europea?
F: “Non mi metterei a fare dei toto-nomi adesso”.
E: Il toto-nomi è già stato fatto con l’indicazione dei candidati alla guida della Commissione…
F: “I giochi sono tutti aperti, e non sono sicuro che le cose possano andare come qualcuno pensa. Le dinamiche sono tutte da vedere.
E: Anche voi siete con quanti che pensano che serva più spesa e meno austerità?
F: “La spesa ritengo sia una questione di credibilità di chi spende. Non possiamo permetterci di sfasciare i conti pubblici. Vorrebbe dire scaricare tutto sulle future generazioni”.
E: Come si cambia l’Europa?
F: “Dobbiamo varare piano di investimento europei diretti migliore di quanto fatto”.
E: E’ una bocciatura del piano Juncker?
F: “Non necessariamente una bocciatura. Ma penso che l’ordine di grandezza di quel piano sia troppo piccolo. Basta vedere quanto la Cina investe solo per le intelligenze artificiali. Noi rispondiamo con noccioline. Il piano Juncker ha avuto dei limiti. E poi noi abbiamo bisogno di ricostruire le nostre amministrazioni pubbliche, e parlo dell’Italia qui. Nella pubblica amministrazione non c’è turn-over, chi va in pensione non viene rimpiazzato. E i piani per gli investimenti chi li attua? Chi li traduce in progetti? E’ il Paese che deve fare tutto questo. Io penso che i nostri amministratori devono avere la possibilità di vedere come si lavora in altri posti, che debbano godere di programmi di mobilità”.
E: Un Erasmus della Pubblica amministrazione?
F: “Sì. E lo suggeriremo se verremo eletti”.
E: La vicenda degli autobus organizzati per votare Della Vedova al congresso. Quanto ha inciso per l’immagine?
F: “Non so quanto abbia inciso. Ha inciso su parte della nostra base. La questione non è solo se e cosa è successo il giorno del voto. Non siamo un partito di soli militanti, e qualcuno avrà votato con minore cognizione. Ma non credo che nel corso del dibattito interno rivendicare quel metodo abbia fatto bene”.
E: Qualcuno ha costruito e sta costruendo parte della propria fortuna politica con i tweet. Le piacciono i tweet?
F: “Tutti gli strumenti sono utili. Mi piacciono i tweet, non mi piacciono i russi quando sono dietro ai tweet. Ad ogni modo bisogna uscire dai social e andare tra la gente, perché stiamo vivendo una disgregazione sociale e il recupero della società non si fa con i like”.
E: Cosa proponete?
F: “Politiche di occupazione, sussidio minimo di disoccupazione pan-europea…”
E: Quanto è fattibile? Le prime sono di competenza degli Stati, sul secondo i nordici non vogliono mettere soldi per pagare la disoccupazione agli europei del sud…
F: “Il punto è avere una visione. La moneta unica è stata pensata negli anni Sessanta e introdotta quarant’anni dopo”.
E: Favorevoli a liste trans-nazionali per le prossime elezioni europee del 2024?
F: “Tutta la vita. O la politica diventa trans-nazionale o l’Europa è un’Europa a termine, destinata al collasso”.