Bruxelles – Tanti musei (427 solo quelli gestiti dallo Stato), tanto patrimonio artistico-culturale, visitatori in aumento (più di 50 milioni nel 2017) e incassi più alti (193,6 milioni di euro). L’Italia della cultura non tradisce, eppure, nonostante questo grande asset, il Paese rimane indietro. Già, perché il numero delle persone occupate nel settore risulta minore delle media dell’Ue. Nel 2017, secondo i dati Eurostat diffusi oggi, le persone impiegate nel settore culturale risultavano il 3,6% di tutte le persone con un lavoro. Un dato pari al 3,8% per l’Ue.
La buona notizia per l’Italia è che in termini assoluti si registrano 825mila addetti ai lavori, in aumento rispetto al 2016 (+59.700 assunti). Un dato che colloca il Belpaese al quarto posto della speciale classifica occupazionale, dietro Germania (1,6 milioni di occupati), Regno Unito (1,4 milioni) e Francia (939mila). Considerando che in tutto il territorio dell’UNione europea sono impiegati nel settore culturale più di 8,6 milioni di persone, l’Italia da sola contribuisce a quasi il 10% del totale comunitario.