da uno degli inviati
Strasburgo – “Signor Conte, per quanto ancora continuerà a essere il burattino di Salvini e di Maio?”. Il capogruppo dei liberali (ALDE), Guy Verhofstadt, è quello che più di ogni altro dà il senso dell’accoglienza riservata dal Parlamento europeo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E’ a lui che l’Aula chiede di mostrare dignità, prima ancora che al Paese visto come una pericolosa caricatura di Stato membro.
Solo gli eurodeputati italiani espressione dei partiti di governo hanno parole buone per il capo dell’esecutivo, e del resto sarebbe stato inatteso il contrario. Ma tutti gli altri, nessuno escluso, riservano un trattamento come mai si ricorda ad un leader di uno Stato membro. Non uno Stato membro qualunque, tra l’altro, essendo l’Italia fondatore di questa Ue.
Il clima è tale, nell’Aula riunita a Strasburgo, che il presidente dell’Eurocamera, Antonio Tajani, a un certo momento del dibattito deve prendere le distanze dal suo ospite connazionale. “Il mio partito politico non sostiene questo governo”, dice in Aula a chi lo accusa di prendere le sue difese. Ma non può, Tajani, esimersi da richiamare all’ordine deputati europei che mettono alla berlina un capo di governo.
Verhofstadt non solo dà del “burattino” a un capo di governo, ma si rivolge a lui in italiano, quasi a voler essere certo che in questo modo l’interlocutore possa capire. “Matteo Salvini e Luigi di Maio sono i veri capi di questo governo”, ribadisce, in modo più edulcorato ma non meno chiaro. E accusa Conte di essere il prodotto di “un degenerazione politica iniziata vent’anni fa, con Silvio Berlusconi”.
Berlusconi, già. L’ultima volta che l’Aula aveva riservato critiche serrate ad un leader era sempre con un italiano, con ‘il cavaliere’, nell’ormai consegnata alla storia seduta che vide il primo ministro italiano dare del kapo’ al tedesco Martin Schulz.
Il primo a lanciare frecciate era stato Jyrki Katainen, commissario europeo per gli Investimenti, in Aula a rimpiazzare un Jean-Claude Juncker, assente ufficialmente per motivi di agenda. Katainen ricorda quanto la Commissione europea ha fatto per l’Italia in termini di investimenti e aiuti di ricostruzione post-terremoto. L’Italia, questo il messaggio tra le righe, dovrebbe ringraziare l’Europa anziché criticarla. E dovrebbe tenere a mente che “la fiducia è come l’ossigeno, mentre l’incertezza è veleno per crescita e occupazione”.
Un ragionamento non molto dissimile quello del capogruppo dei popolari (PPE), Manfred Weber, che è anche il candidato dei popolari alla guida della prossima Commissione europea. “Nel PPE crediamo in una moneta unica e stabile, mentre il suo governo ha discusso per settimane, prima di prendere funzioni, se restare nell’area euro o no”. E poi, “crediamo nella sostenibilità dei conti pubblici, qualcosa che non vediamo in Italia”. Weber però avverte Conte: l’Italia rischia di schiantarsi. “Leggo che con questo governo adesso la voce dell’Italia si sente più forte. Ma in Europa ciò che cerchiamo è il compromesso, e nel processo decisionale alzare la voce rischia di essere solo rumore”.
Se il centrodestra europeo accusa l’Italia di inconsistenza, il centro-sinistra europeo lo accusa di incapacità. “Salvini ha capri espiatori per tutto, ma soluzioni per nulla”; attacca il capogruppo dei socialdemocratici (S&D), Udo Bullmann. “Sono molto preoccupato quando un governo lotta per l’isolamento politico ed economico, quando lotta con la Francia. Questa è una soluzione perdente per tutti”.
Dai banchi dei Conservatori (ECR) c’è l’Italiano Raffaele Fitto (Noi con l’Italia) a criticare Conte in persona. “Sull’immigrazione siamo d’accordo con lei”, premette riferendosi all’assenza di solidarietà. “Ma se parliamo di immigrazione, lei si è rifiutato di sottoscrivere il Global Compact” delle Nazioni Unite.
Eleonara Forenza, che prende la parola a nome della Sinistra Unitaria (GUE), accoglie Conte con una felpa di Open Arms, l’organizzazione non governativa attiva nelle attività di ricerca e salvataggio di migranti in mare. Un’immagine che da sola vale più di ogni parola e di ogni intervento. Un governo che agisce sulla pelle dei richiedenti asilo, è un governo che non è il ben venuto.
La “caricatura di governo” che l’Italia vanta la dipinge anche il capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, quando dice che “l’atteggiamento politico attuale, teatrale e provocatorio, tradisce la gravità della situazione italiana”. Invece di agire come fa, “per l’Italia, sarebbe molto meglio costruire alleanze piuttosto che cercare di minare la cooperazione”.
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Il clima è teso, Tajani deve intervenire per chiedere “linguaggio appropriato” ai presenti, non molti. Mentre Conte incassa attacchi e critiche, la parlamentare del PD Mercedes Bresso diffonde immagini di una Plenaria disertata da molti, in occasione della presenza di un primo ministro poco apprezzato. Un’altra volta l’affondo arriva da Verhofstadt. “Ho paura di una recessione in Italia perché il governo non ha alcuna strategia per la crescita”.
La delegazione del Movimento 5 Stelle chiede al leader dei liberali scuse officiali, con Laura Agea che ricorda che Conte è l’espressione di un governo democraticamente eletto, e che “la democrazia non è un privilegio”. In Parlamento europeo sembrano pensarla diversamente.