da uno degli inviati
Strasburgo – Operazione cuscinetto. Sarà il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ad accogliere per primo a Strasburgo il premier Giuseppe Conte. Juncker, che non potrà essere presente al dibattito, prova così a stemperare un clima che rischiava di essere troppo surriscaldato vista la tensione dei giorni scorsi e l’annunciata assenza dall’Aula, che era stata interpretata come scelta polemica.
Lo scontro diplomatico senza precedenti con la Francia, le tensioni sulle politiche migratorie con la linea dura imposta sugli sbarchi, rappresentano per molte forze politiche non solo della sinistra, un punto di critica molto pesante nei confronti dell’Italia. E c’è da aspettarsi che nell’emiciclo di Strasburgo quando si aprirà il dibattito in sessione plenaria Conte non verrà accolto con benevolenza. Dopo l’incontro con Juncker, Conte sarà a colloquio con il presidente del Parlamento Antonio Tajani, e anche questo momento potrà forse servire a sciogliere le tensioni accumulatesi nell’ultima settimana.
Nel suo intervento Giuseppe Conte non rinuncerà a mettere i paletti del governo italiano davanti alle critiche incassate recentemente. Argomenti trattati in un intervista concessa alla vigilia al sito Politico.eu, nella quale ha spiegato che lo scontro con la Francia è stato in parte frutto di equivoci e che l’incontro del vicepremier Luigi Di Maio con il gilet gialli, aspramente criticato da Macron, è non è da ricondurre “all’attività di governo” ma all’iniziativa politica del Movimento 5 stelle. Secondo Conte l’equivoco si sarebbe “complicato dai dossier sulla fusione Fincantieri-Stx e del collegamento ad alta velocità”, che hanno subito un rallentamento.
“L’Italia non è isolata”, assicura il premier ma rispetto alle critiche ricevute “non intende rinunciare ad esprimere le sue opinioni anche quando queste possono risultare scomode”. Motivi che lo portano a chiedere all’UE “una scossa”, necessaria per i momenti di crisi. Serve un “approccio diverso” sull’immigrazione e sulla governance economica e fiscale”. Aspetti che “non dovrebbero dividere i paesi membri” e i contrasti nati recentemente “rappresentano gli effetti e non le cause dell’incapacità dell’Europa di offrire soluzioni”.
E’ probabile che il premier italiano torni anche sul trattato di Aechen, siglato da Emmanuel Macron e Angela Merkel, rinnovando la sue critiche e chiedendo coerenza: “Se continuiamo a invocare una progetto europeo forte mentre alcuni Paesi privilegiano le loro relazioni bilaterali, è ovvio che c’è il rischio di alterare il normale processo decisionale di tutti gli stati membri. Non possiamo permettere – ha aggiunto – un’Unione europea a geometrie variabili”.