Bruxelles – La scienza non è donna. Almeno, non in Italia. Il paese non brilla per partecipazione femminile nel mondo scientifico e ingegneristico, secondo i dati Eurostat diffusi oggi. In termini percentuali il 34,9% delle persone attive in Italia nei settori presi in considerazione è rappresentato da donne, sotto la media europea (41%) e soprattutto al sestultimo posto della speciale classifica. La penisola è dunque 23esima su 28 per scienziate e ingegnere.
Il dato risulta poco brillante per il sistema Paese, ma la situazione cambia se si analizza in modo differente. In termini assoluti sono 373mila le donne italiane impiegate nel settore scientifico. E’ il sesto dato più alto dell’Ue, dopo Regno Unito (1,4 milioni), Germania (poco più di un milione), Francia (731mila), Spagna (665mila) e Polonia (581mila).
A guardare il dato percentuale, spicca però la Germania, con una quota femminile nei settori presi in considerazione che non raggiunge il 32%, collocando il Paese anche sotto l’Italia. Per uno Stato preso a modello di efficienza e funzionamento economici, una nuova conferma della scarsa valorizzazione delle donne nel mondo del lavoro (è anche uno dei paesi dove maggiore è il gap salariale tra uomini e donne).