Bruxelles – Il Consiglio d’Europa è “preoccupato” per gli effetti delle norme introdotte dal governo italiano in materia di sicurezza e immigrazione.
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, resa nota oggi, la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa (che nulla ha a che fare con l’Unione europea) Dunja Mijatović, chiede al governo italiano di chiarire “le misure che intende adottare per garantire la continuità dei servizi essenziali per i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione”.
La commissaria è preoccupata per “le conseguenze negative che il decreto può avere sui diritti umani dei richiedenti asilo e dei beneficiari di protezione, comprese le persone cui è stata concessa la protezione umanitaria, in particolare all’accesso all’accoglienza e servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione. In particolare, Mijatović deplora “l’apparente rapidità con cui le persone sono state trasferite dal centro di accoglienza dei richiedenti asilo a Castelnuovo di Porto in vista della sua chiusura” ed esprime “preoccupazione” per il fatto che questa misura “potrebbe interrompere gli encomiabili sforzi messi in atto a livello locale per l’integrazione e la riabilitazione dei residenti di questo centro negli anni passati”.
Mijatović sottolinea anche la necessità di sostenere i diritti umani delle persone soccorse in mare. Pur riconoscendo il ruolo dell’Italia nel passato nel salvare vite umane in mare e nell’accogliere richiedenti asilo e migranti che arrivano sulle sue coste, la commissaria esprime le sue “profonde preoccupazioni su una serie di recenti misure”.
“Continuerò a incalzare gli altri stati europei sull’importanza della solidarietà per garantire che l’Italia e gli altri stati di primo arrivo non siano lasciati ad affrontare questa situazione da soli”, scrive anche Mijatović. Allo stesso tempo, sollecita il governo italiano a garantire che i diritti umani delle persone salvate in mare, incluse le ONG che svolgono un ruolo cruciale in questo senso, “non vengano mai messi a rischio a causa degli attuali disaccordi tra stati membri sullo sbarco, e che le considerazioni umanitarie abbiano sempre la priorità”.